Avrebbe confermato gli abusi sessuali subiti per ben due anni, sia dal padre che dal cugino. Si è svolto in mattinata, innanzi al gip Michele Toriello, l'incidente probatorio della presunta vittima, sentita attraverso l'ascolto protetto.
La ragazza, originaria di un paese dell'hinterland di Galatina, ha risposto alle domande del giudice, del pubblico ministero Stefania Mininni e dei difensori dei due indagati, gli avvocati Michelangelo Gorgoni e Donato Sabetta. Adesso, il pm sulla scorta delle indicazioni emerse dall'incidente probatorio odierno, deciderà se chiedere dopo la chiusura delle indagini, il rinvio a giudizio degli indagati o l'archiviazione del procedimento.
La vicenda venne gradualmente allo scoperto dopo che la ragazza, accompagnata dalla madre, si presentò da un medico con svariate ferite su braccia e gambe. La giovane raccontò che si trattava dei segni di numerosi atti di autolesionismo che l'avrebbero addirittura spinta a tentare il suicidio. Il motivo di tali azioni per le quali avrebbe fatto ricorso anche ad un rasoio? Una violenta reazione e un modo per esternare il disagio della sua condizione all'interno della famiglia.
Poco e nulla emerse però fuori da quelle mura, poiché né la madre e tantomeno i suoi insegnanti si sarebbero mai accorti di nulla. Soltanto alcuni amici avrebbero temuto per l'incolumità della giovane. Successivamente, il medico redasse una relazione che fu poi inviata alla Procura dei Minori ed al Tribunale Ordinario. Il pm Stefania Mininni ha portato avanti le indagini avvalendosi del lavoro degli uomini della Squadra Mobile di Lecce e l'adolescente venne allontanata da casa.
La ragazza avrebbe subito gli atti di violenza sessuale, nel corso di due anni ( tra il 2012 ed il 2014) dal padre e dal cugino sia a casa che in una località di mare consistiti in palpeggiamenti e toccatine, ma anche in altri abusi sessuali. La famiglia si sarebbe trasformato da dolce focolare domestico, in un inferno di violenza e perversione.