All’ex asilo tornano prostitute e tossicodipendenti, il Terra Rossa chiede un incontro a sindaco e assessori


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Come volevasi dimostrare…” così parte la considerazione amara del collettivo del centro sociale Terra Rossa, all’indomani delle operazioni di sgombero dei locali “occupati” presso l’ex asilo Angeli di Beslan, in via Franco Casavola e dopo i nuovi episodi di abbandono e degrado.

Insomma, a quanto raccontano i cittadini che hanno dato vita al Centro sociale, a poche ore dall’intervento dei poliziotti della Digos che hanno posto sotto sequestro gli spazi di via Casavola, l’ex Asilo pare sia tornato ad essere luogo di degrado, come denunciato dai residenti del quartiere.

Prostitute vittime di sfruttamento e tossicodipendenti hanno rimesso piede nella struttura di proprietà del Comune di Lecce. Strani movimenti interni e nelle zone limitrofe alla scuola hanno destato preoccupazione. Come raccontano dal terra Rossa “nella notte tra il 7 e l’8 maggio è dovuta intervenire una ambulanza per soccorrere un tossico in evidente stato di shock da overdose con ancora il braccio sporco di sangue, tutto questo a pochi passi da una scuola materna e da un condominio abitato da molti bambini che frequentavano quotidianamente la ludoteca sociale organizzata al centro sociale”.

Il collettivo Terra Rossa – che da subito aveva annunciato che le attività socio-culturali sarebbero continuate anche se in giro per la città – denuncia “l’azione irresponsabile dell’amministrazione comunale che preferisce l’insicurezza dei propri cittadini, il degrado sociale e la micro-criminalità, a un’esperienza virtuosa di servizi al cittadino erogati in forma gratuita. Nessun tossico e nessuna prostituta  – ribadiscono i volontari – ha frequentato via Franco Casavola nei 55 giorni di presidio democratico e attività sociali del Terra Rossa. Dopo lo sgombero effettuato per reprimere l’autorganizzazione dei cittadini la situazione nella zona è cambiata in modo drastico e in senso negativo per i residenti che ora non si sentono più al sicuro”.

Da qui l’appello al sindaco e agli assessori competenti “per discutere della oggettiva carenza in città di spazi di aggregazione sociale, a fronte di un numero cospicuo di edifici pubblici lasciati in stato di abbandono e in balìa di spacciatori, tossici e prostitute vittime della tratta” come si legge nella lettera protocollata a palazzo Carafa a firma del prof.Fabio De Nardis dell’università Asylum.

E ancora “L’esperienza del Terra Rossa, per quanto inaugurata attraverso un atto di disobbedienza civile e di denuncia sociale (tra l’altro garantito dalla nostra carta costituzionale), ma evidentemente considerato dalle SS.LL. come un “vizio originario” da cui non poter prescindere, ha in realtà rappresentato un presidio di ordine sociale e legalità all’interno di un’area precedentemente lasciata in stato di doloso abbandono. Ci saremmo aspettati dall’amministrazione comunale – proseguono dal Terra Rossa – un maggiore sostegno rispetto a un evidente esempio di impegno civico e solidarietà sociale dei cittadini leccesi, in linea tra l’altro con l’art. 118 della nostra Carta Costituzionale secondo cui “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà”. Così non è stato e ne prendiamo atto”.

Ma l’esigenza è chiara “la città di Lecce ha bisogno delle attività messe in campo al Terra Rossa con il sostegno attivo di cittadini, associazioni, numerosi e illustri docenti universitari dell’Ateneo cittadino. Un servizio di ludoteca gestito da educatrici professioniste, una biblioteca sociale con annesso servizio di doposcuola, corsi di musica e di chitarra, uno sportello di servizi al cittadino con l’ausilio di psicologi, assistenti sociali, avvocati e un servizio di patronato, corsi di motoria per adulti e bambini, scuola di circo per i più giovani, attività artistiche e culturali autogestite dagli studenti delle scuole superiori, ambulatorio sociale e veterinario sociale, oltre alle lezioni settimanali su questioni di interesse pubblico con un forte focus sul territorio tenuti da professionisti e professori universitari nell’ambito delle attività della UNIPOP ASYLUM. Tutto in maniera assolutamente gratuita”.

Una richiesta d’ascolto come quella protocollata lo scorso 24 marzo in cui si chiedeva una richiesta formale di incontro come forum delle associazioni a cui però non è stato dato seguito.