Sulla vicenda TAP, chi prima chi dopo, si stanno ormai esprimendo tutti. La questione sta toccando ormai le corde di tutti, anche dei principali partiti politici. E così, dopo la netta posizione presa sabato scorso da Forza Italia (la quale ha annunciato anche una seria di iniziative che verranno attuate nel prossimo fine settimana), oggi è la volta di Direzione Italia.
Il movimento di Raffaele Fitto, nato dalle ceneri dei Conservatori e Riformisti, questa mattina si è presso chiaramente, gettando ogni colpa sul centrosinistra e sul Partito Democratico che governa la Regione Puglia da un decennio a questa parte.
Il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone lo afferma apertamente: "la responsabilità politica di questo scempio è tutta del PD”. Accanto a lui seduti al tavolo la Consigliera Simona Manca, l’onorevole Roberto Marti, il sindaco di Lecce Paolo Perrone e i primi cittadini di Casarano e Squinzano. "Potevamo affrontare in maniera demagogica e strumentale il discorso Tap, mettendoci contro al governo nazionale e regionale che sono di segno politico differente dal nostro e conducendo una battaglia politica semplice e strumentale, che ci avrebbe portato a beneficiarci di questa contrapposizione. Invece no, abbiamo affrontato la questione Tap con enorme rispetto istituzionale, ma con altrettanta nettezza".
“Si è scelto un approdo inappropriato – prosegue Gabellone – e noi come ente Provincia già nel 2012 esprimemmo la nostra perplessità su San Foca, zona che vive per la sua vocazione turistica.” I vertici di Direzione Italia mettono a fuoco, poi, l’annoso iter che ha portato alla scelta di realizzare il gasdotto: “oggi stiamo assistendo al teatrino dello scarica barile delle responsabilità che sono tutte del Partito Democratico. Non ci sarebbe stato nessun ristoro economico, secondo noi, che potesse far fronte alla ferita ambientale e territoriale che qualunque territorio turistico del Salento avrebbe avuto dal passaggio del gasdotto".
Il riferimento è chiaro: le autorizzazioni di cui è in possesso la multinazionale del gas portano certamente delle firme, “ma nessuno – ribadiscono i fittiani – sembrano ora volersene assumere le responsabilità”. Da Perrone e Marti arriva l’impegno di restare al fianco dei sindaci che hanno sottoscritto l’appello rivolto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per bloccare per lo meno lo sradicamento degli ulivi in località San Basilio. “Serve ora una nuova rinegoziazione, soprattutto sulle misure compensative per il territorio”.
Ma c’è chi ancora crede che spostare il punto d’approdo del tunnel che attraversa il Mar Mediterraneo sia ancora possibile. Si parla di Cerano, la centrale che potrebbe essere riconvertita. “Noi – concludono da DI – proseguiremo con tutte le nostre forze per far si che il Governo nazionale possa ripensare al luogo terminale del gasdotto”.