Quando lo abbiamo incontrato un mese fa ci ha dato l’impressione di uno che aveva già deciso. Antonio Decaro reduce da 10 anni di buona amministrazione del Comune di Bari, oggi è un apprezzato e quotatissimo parlamentare europeo, un uomo soddisfatto del proprio percorso e che non sembra divorato dalle ambizioni.
La candidatura alla presidenza della Regione Puglia non è un precetto pasquale, la sua disponibilità, data per scontata fino a qualche mese fa, non c’è più, e non importa il perché, ciò che conta è la volonta del candidato di sentirsi tale, nel rispetto di tutti e di se stesso, in piena libertà e coscienza.
Troppe cose sono cambiate e quello che sembrava un fatto scontato non lo è più, e non per colpa di Decaro.
Oggi costringere l’ex sindaco a lasciare un impegno gratificante e soddisfacente solo per fare un favore a chi voleva sfruttare l’immagine illibata e rassicurante di un politico sincero sarebbe non solo sbagliato ma anche indecoroso.
Chi ha governato la Regione in questa ultima decade non ha pensato ad un passaggio di testimone, ad un avvicendamento coerente con le trasformazioni che il tempo attuale richiede alla politica, ma pensa di continuare a recitare un ruolo di primo piano, negando nei fatti quella naturale disposizione al cambio di passo e di ruolo.
Ma chi è quel martire che accetta una presidenza sotto tutela, e poi per quale fine supremo? Suvvia, non scherziamo. Il Centrosinistra in Puglia trovi un’alternativa valida e se questa non c’è almeno un’alternativa ragionevole, e lasci andare Decaro per la sua strada, che potrebbe essere ancora molto lunga, a beneficio dei suoi tantissimi sostenitori, sempre in numero crescente da ogni dove. Una strada maggiormente luminosa se percorsa a distanza di sicurezza da ombre ingombranti e fagocitanti.