Esausti, stanchi, ma soprattutto arrabbiati. Un ‘tira e molla’ che persiste da tempo, ormai, quello riguardante i lavoratori ex Lsu, oggi nuovamente in protesta a ridosso della Prefettura. Il ritardo nel pagamento degli stipendi a chi si occupa delle pulizie degli istituti scolastici – e non solo, considerando la natura del progetto ‘Scuole Belle’ (per opera del quale gli stessi dipendenti effettuano anche operazioni di manutenzione) – diviene giorno dopo giorno una chimera da affrontare con grande coraggio. Un primo risultato, però, sembra sia stato raggiunto.
Nella giornata odierna, infatti, il segretario territoriale del sindacato autonomo FSI (Federazione Sindacati Indipendenti), Dario Cagnazzo, è salito negli uffici di via XXV Luglio per chiedere delucidazioni precise. Anzitutto, sussiste alla base una promessa: entro Martedì prossimo saranno corrisposti tutti gli arretrati; c’è chi, infatti, avrebbe ricevuto solo un acconto di quanto gli spetta. Altri, invece, neanche quello. Dall’Ufficio scolastico regionale sarebbero giunte delle rassicurazioni in merito proprio durante l’ultima riunione mattutina.
Ma ciò non basta. I dipendenti reclamano una stabilizzazione precisa, sicura, che possa permettere loro di risparmiarsi ansie e preoccupazioni sul futuro. Chiedono l’assunzione come operatori di pulizie. Perché – come recita peraltro uno degli striscioni affissi – ‘internalizzare vuol dire risparmiare’; almeno del 40%, stimano. E per tale motivo pretendono un incontro a Roma coi Ministeri del Lavoro e della Pubblica Istruzione, così da poter illustrare vis a vis la condizione d’incertezza che li attanaglia da qualche anno. La richiesta partirà a breve e a giorni dovrebbero giungere conferme a riguardo.
Alcuni partecipanti alla protesta ci raccontano delle difficoltà quotidiane cui sono sottoposti. Esistono casi che riguardano, ad esempio, persone costrette a spostarsi dalla zona di Maglie a nord di Lecce per poter lavorare; non distanze impossibili, ma se percorse a proprie spese e senza stipendi o rimborsi, man mano divengono piuttosto pesanti da sopportare. Della vicenda, oltre al sindacato FSI, se ne occupano anche le sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti, che lo scorso 27 Ottobre accompagnarono i lavoratori durante un’altra manifestazione, protestando sempre per gli stessi motivi.