Scuole belle, ma con gli stipendi in ritardo: ex Lsu in Prefettura

Sit in a ridosso della Prefettura – in via XXV Luglio – degli ex Lsu coinvolti nel progetto ministeriale intitolato ‘Scuole Belle’. I lavoratori attendono ancora gli stipendi, altri hanno invece ricevuto solo degli acconti.

Belle le scuole leccesi. Ripulite, tirate a lucido, ridipinte. Un ambiente diverso, certamente più colorito. Merito degli ex Lsu, coinvolti nel progetto ministeriale intitolato proprio “Scuole Belle”, grazie a cui gli stessi dipendenti si sono rimboccati le maniche, svolgendo mansioni nuove rispetto al loro operato quotidiano. Non solo pulizia dunque, ma anche altro. L’obiettivo? Garantire reddito a coloro che, in tempi non sospetti, si videro dimezzare lo stipendio a causa della gara Consip (contro la quale per mesi hanno protestato insieme alle organizzazioni sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti). Belle le scuole, si diceva, come anche l’idea del governo. Ma queste persone quando cominceranno a vedere gli stipendi? Se lo sono chiesto soprattutto alcuni lavoratori, stamattina, giunti sotto la Prefettura per manifestare un malessere protrattosi a lungo.

Da Roma, infatti, devono ancora pervenire i fondi da trasferire, successivamente, alle aziende subappaltanti che fanno capo alla Dussman. Anzi, due di queste, ora, sono anche state estromesse dall’accordo, consegnando le chiavi nelle mani dell’azienda tedesca dall’1 Ottobre scorso. Un’altra ancora, invece, avrebbe soltanto pagato degli acconti. Le persone presenti al sit in, ovvero madri e padri di famiglia – dunque con scadenze di mutui a cui far fronte, nonché tasse e fabbisogni famigliari specifici – vogliono al più presto vedersi riconosciuti gli sforzi effettuati. Un diritto sacrosanto, quello alla retribuzione regolare.

Mensilità arretrate di 3 o 4 mesi – “Scuole Belle” partì come progetto a Luglio -, dunque si parla di scadenze ampiamente disattese. C’è di peggio. Non ricevendo ancora i finanziamenti statali atti a stipendiare i lavoratori, pare siano già partite le procedure di licenziamento collettivo. I sindacati (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti), venuti a conoscenza della situazione, già dieci giorni addietro chiesero al Prefetto un incontro con le medesime aziende, dalle quali ancora deve giungere risposta. Un vero e proprio dilemma, considerando che tale progetto nazionale – studiato appositamente per garantire le 35 ore – dovrebbe terminare a Marzo 2016. Con l’attesa, però, non ci si siede a tavola, e le famiglie degli ex Lsu sono ormai esauste di ripeterlo. 



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