Frecciarossa. Il Salento meriterebbe più ‘rispetto’, ma forse è il caso di mettersi l’anima in pace


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Il treno ad alta velocità che dal 20 settembre ha accorciato (anche se di poco) la distanza Milano-Bari non arriverà a Lecce.  L’ultima fermata del Frecciarossa come annunciato in pompa magna da Trenitalia è – e sicuramente resterà – la stazione del capoluogo pugliese.  Ogni occasione è stata utile per ‘difendere’ i motivi di questa scelta: allungare la tratta fino alla città barocca ‘non conviene’.  E non serve ‘sbandierare’ il fatto che negli ultimi anni il Salento è diventato una delle mete turistiche più gettonate per convincere i vertici della società a rivedere una scelta presa sulla base di criteri di economicità. Insomma, l’orgoglio salentino, le presenze turistiche che hanno raggiunto nella passata stagione cifre da record, le polemiche e le richieste di prolungare il collegamento ferroviario non basteranno a coprire i costi che Trenitalia dovrebbe sostenere per far arrivare il convoglio fino a Lecce. Punto.
 
Persino l’incontro richiesto dal governatore Michele Emiliano per discutere della questione, in programma ieri, è saltato. L’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Michele Elia, ha motivato il forfait con una nota ufficiale «Sullo stesso tema, la nostra Azienda è stata convocata per un’audizione parlamentare, fissata per il 29 settembre prossimo. In considerazione di tale appuntamento istituzionale, ravvisiamo l’opportunità di differire la riunione da Lei richiesta a una data – da concordare – successiva a quella della suddetta audizione».
 
I ‘malpensanti’ a questo punto si sono scatenati. C’è chi ricorda che la Puglia è già stata ‘snobbata’ quando Matteo Renzi, atteso per l’inaugurazione della Fiera del Levante, ha preferito volare a New York per assistere alla finale tutta pugliese tra le tenniste  Flavia Pennetta e Roberta Vinci e chi, come Raffaele Fitto, leader dei Riformisti e Conservatori, ha invita tutti, Emiliano compreso, a ‘incazzarsi veramente’
 
 
Sulla stessa scia, anche il senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia «I vertici di Trenitalia non devono prendersi gioco del nostro territorio e dei pugliesi. La Regione Puglia ora reagisca, non può accettare passivamente la cancellazione del vertice sul Frecciarossa da parte di Trenitalia che, vorrei anche ricordare, è un concessionario dello Stato».  «Il rinvio –  conclude Stefàno – ci conferma che avevamo visto giusto: Trenitalia si sottrae alle responsabilità e anche il Governo non ci sta dando le dovute garanzie in merito a sollecitazioni che noi consideriamo un nostro diritto». 
 
«Non ci sono parole per descrivere lo sconcerto davanti a una notizia che getta un’ombra sui fiumi di buoni propositi che si sono levati dalla Puglia contro Trenitalia: l’incontro previsto con la Regione non si è tenuto. Trenitalia si giustifica dicendo che prima preferisce essere audita dalla Commissione parlamentare il 29, ma non abbiamo l’anello al naso: la convocazione era già nota e la società ha disdetto a poche ore l'incontro fissato. Siamo perplessi, però, che la Regione ci comunichi la questione con un sobrio comunicato e senza battere ciglio» dichiara il presidente del Gruppo di Forza Italia, Andrea Caroppo. «Fermo restando – conclude – il comportamento ingiustificabile di Trenitalia, che ha deliberatamente deciso di tagliare fuori il Salento dalla programmazione del Frecciarossa, ci saremmo aspettati uno scatto d'orgoglio da parte di Emiliano. E non certo un tale e incomprensibile silenzio».  
 
Dello stesso avviso anche il coordinatore regionale di Forza Italia, l'onorevole Luigi Vitali «Il rinvio dell'incontro previsto con la Regione da parte di Trenitalia è stato uno schiaffo ad una Puglia che soffre evidentemente di un deficit di autorevolezza politica. Ci saremmo aspettati, peraltro, una reazione ben diversa del presidente Emiliano, che si è trincerato dietro uno strano silenzio anziché essere il primo a puntare il dito contro l'azienda. Chissà. Quel che è certo è che siamo preoccupati e non vorremmo che si trattasse del preludio di altri tagli ai servizi nella nostra Regione. Adesso è opportuno che si passi dalle parole ai fatti -conclude Vitali- anche per costringere il governo Renzi, poco sensibile alle vicende del Sud, a prendere in mano la questione per riconoscere un sacrosanto diritto dei cittadini pugliesi».
 
Vista la situazione, forse è il caso di mettersi l’anima in pace e di spostare le forze nella ricerca di soluzioni ‘alternative’ come puntare sugli aerei, ad esempio.