Non è più un semi-sconosciuto «avvocato del popolo». Giuseppe Conte in questi quattordici mesi di governo gialloverde è riuscito a cucirsi addosso il ruolo di Presidente del Consiglio, slegandolo dal Movimento Cinque Stelle che lo aveva voluto e lo ha voluto ancora. Il professore di diritto privato ha accettato con riserva l’incarico affidato da Sergio Mattarella e ora avrà il compito, arduo, di formare la nuova squadra di lavoro che si dedichi incessantemente, parole sue, «ad offrire ai nostri figli l’opportunità di vivere in un Paese migliore».
«Vi confesso – ha dichiarato il premier incaricato dopo il colloquio al Quirinale – che la prospettiva di avviare una nuova esperienza di governo, con una maggioranza diversa, mi ha sollevato più di un dubbio. Ho superato queste perplessità nella consapevolezza di avere cercato di operare sempre nell’interesse di tutti i cittadini. Nessuno escluso. Non sto dicendo che ci sono sempre riuscito. So però di avere sempre cercato di servire e rappresentare il mio Paese, anche all’estero, guardando solo al bene comune, e non a interessi di parte o di singole forze politiche».
La strada è tutt’altro che spianata. Archiviata con parole al vetriolo la Lega di Matteo Salvini che lo aveva sfiduciato, a sostenerlo c’è il Pd di Nicola Zingaretti che preme per la «discontinuità», nonostante abbia ‘ceduto’ sul nome del docente foggiano a cui è stato concesso il bis senza mai essere stato votato. Tanti i nodi da sciogliere e le difficoltà da superare per formare un nuovo esecutivo. Più che sul programma, sui temi e sui contenuti a tenere banco ora sono i nomi.
La partita si gioca anche in Salento, dove sono 3 i papabili ad entrare nella stanza dei bottoni. In pole position tra i dem c’è Teresa Bellanova, renziana doc, con un passato da sottosegretaria al lavoro. Barbara Lezzi, invece, punta alla riconferma come Ministro per il Mezzogiorno, ma la sua poltrona è quella più a rischio poiché i dem sarebbero interessato ad occupare quella casella che ritengono strategica. Dopo aver sfiorato il premierato potrebbe accontentarsi del Mibac un altro salentino doc Massimo Bray, amatissimo al punto che, quando cadde il Governo Letta in tanti chiesero a Renzi di riconfermarlo.
Queste sono le previsioni che non è detto si confermino, dal momento che le aspettative sono infinitamente più alte delle possibilità.
Quando Conte disse “La mia esperienza di governo termina con questo”
Rispondendo alle domande dei giornalisti, dopo la sua visita al CNR di Lecce, Conte aveva escluso la possibilità di ricoprire nuovamente l’incarico di Presidente del Consiglio in caso di crisi. Era marzo, nessuno avrebbe mai immaginato la ‘rottura’, ma le liti tra la Lega e i Cinque stelle erano all’ordine del giorno.
«Io personalmente l’ho detto, non ho la prospettiva di lavorare a una nuova esperienza di governo. La mia esperienza di governo termina con questo. Quello che dobbiamo fare sino all’ultimo giorno in cui avremo questa responsabilità, è lavorare incessantemente, senza sosta, con la massima concentrazione per individuare e selezionare gli interessi degli italiani e perseguirli».