‘Made in Monteroni’ chiama a raccolta i cittadini. Tutte le ragioni del No in un dibattito partecipato


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La data del referendum costituzionale si avvicina a grandi falcate e sono tanti i cittadini che si incontrano per discutere e formarsi un'idea ancora più precisa sulla riforma voluta dal governo Renzi e scritta dalla ministra Maria Elena Boschi.

Se i sostenitori del sì sono fortemente convinti della bontà dell'iniziativa che a loro dire porterà ad uno snellimento del processo legislativo e ad una riduzione dei costi della politica, non mancano certo le ragioni del no, le ragioni di chi ritiene che la Costituzione deve essere riformata con maggiore condivisione delle forze politiche in campo e soprattutto senza sottrarre preziosi spazi di democrazia.

Proprio sulle ragioni del no si è discusso ieri sera a Monteroni di Lecce nella Sala della Legalità – Pon Grottella, nel corso di un appuntamento pensato e organizzato dal Gruppo Facebook 'Made in Monteroni', un gruppo di cittadini che vogliono riappropriarsi di spazi di libera discussione per far crescere la quota culturale dell'area territoriale di riferimento.

A partecipare tanti relatori che hanno esposto in una sala gremita i motivi per cui il 4 dicembre 2016 non soltanto bisogna recarsi a votare ma bisogna votare convintamente No al quesito presentato dal Governo e sul quale, almeno in un primo momento, lo stesso Presidente del Consiglio aveva posto il futuro della propria carriera politica.

Ad introdurre il dibattito Antonio Trevisi, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle che ha posto l'attenzione sui gravi rischi che la vittoria del Sì comporterebbe per i territori, visto l'accentramento che il governo nazionale riceverebbe su questioni fondamentali quali la realizzazione di opere infrastrutturali dal forte impatto ambientale e sociale.

Un no convinto al referendum è stato espresso anche da Luigi Cosma di Forza Italia, Riccardo Micelli del Comitao per il No, Roberto Montedoro di Azzurro Popolare, Diego Mancarella di Fratelli d'Italia, Giusy Scorrano dell'Udc, Massimo Lorenzo di Città Aperta, Massimo Manca di Volontà popolare e Francesca Mogavero di Fronte Comune, Raimondo Invidia di Io Sud.

Le conclusioni sono state affidate ai due ex sindaci presenti in sala: Marcello Manca di Città Attiva e Lino Guido dei Conservatori e Riformisti.

'Il nostro No alla riforma non è una quesione politicaha detto Marcello Manca – non è un no pregiudiaziale, tutt'altro. Ma come si fa a scrivere le regole che riguardano il gioco della vita democratica del Paese senza nessun coinvolgimento dei cittadini? Come si può dire sì ad una riforma che restringe gli spazi della Sovranità Popolare?'.

'E' incredibile quello che sta accadendo ha detto Lino Guido – Un governo che sta bucando tutti gli obiettivi di crescita e sviluppo del Paese, sposta l'attenzione su un referendum e su una riforma pensati male e scritti peggio. Se vincerà il No, come pensiamo, il Capo del Governo dovrebbe trarre le dovute conseguenze e senza ambra di alcun inciucio bisognerebbe ridare la parola ai cittadini elettori'.