Salvemini non si oppone all’uso dei fitofarmaci: “Mi fido del Governo” e scoppia la polemica


Condividi su

Mentre l’iniziativa del Sindaco, Pippi Mellone di vietare l’uso dei pesticidi ‘imposti’ dal decreto del ministro Maurizio Martina sta raccogliendo consensi, c’è una voce fuori dal coro che sta facendo non poco discutere: è quella del primo cittadino di Lecce, Carlo Salvemini che su Facebook ha spiegato le ragioni per cui non firmerà l’ordinanza, “come viene sollecitato a fare” né farà ricorso al Tar contro il provvedimento voluto per salvare gli ulivi condannati a morte dalla Xylella fastidiosa.

«Ho fiducia nella decisione della Ue e del Governo italiano, e nella scienza che indica le misure più adeguate per il contenimento di una devastante epidemia batterica che colpisce i nostri ulivi, devasta il nostro paesaggio, colpisce la nostra economia» si legge nel lungo post con cui Salvemini ha ammesso di non avere le “competenze” per indicare la strada giusta da seguire nella battaglia contro il vettore che trasporta il batterio.

La “posizione” del primo cittadino, decisamente controcorrente, ha sollevato un polverone e creato – come accade spesso in questi casi – due schieramenti: c’è chi plaude al coraggio del numero uno di Palazzo Carafa e chi, invece, si dice deluso da questa scelta considerata inaspettata.

Una decisione che ha lasciato “perplesso” anche Massimo Fragola, capogruppo di Andare Oltre al Comune che, in una lunga nota, invita il Sindaco a rivedere la sua posizione: «lo invitiamo a farlo nel nome della stessa scienza che richiama. La stessa che ha già di fatto denunciato, a più riprese, i gravi rischi per la salute umana provocate dall’uso dei pesticidi».

Il tanto discusso decreto del ministro delle politiche agricole e Forestali non consiglia, ma obbliga ad utilizzare alcuni “prodotti” per combattere il vettore che trasporta il batterio di pianta in pianta, ma  come si legge sulla Gazzetta Ufficiale, nell’elenco compaio anche sostanze considerate dannose per gli impollinatori, tra cui le api e la salute pubblica.

«Non possiamo credere che la Commissione Ambiente e Salute dell’Ordine dei Medici di Lecce possa essere considerata espressione di una scienza di serie B o un covo di estremisti populisti. Né possiamo credere, come i maligni vanno dicendo, che questa alzata di scudi sia figlia di una linea d’azione dettata da una parte politica della maggioranza, che oggi si trova stretta tra rappresentare i cittadini ed essere rappresentata da un segretario reggente come Martina che, da ministro, ha gestito in maniera approssimativa questa delicata vicenda» conclude Fragola chiedendo al primo cittadino di rispondere ai cittadini che lo hanno eletto, invitandolo ad adottare il principio di precauzione.