A fine Gennaio, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, emanò l’ordinanza sindacale di riattivazione dell’acqua per sei giorni nei confronti degli inquilini interessati alla sospensione del servizio idrico. Tempo ritenuto necessario affinché i singoli – o in sostituzione l’Arca Sud Salento, secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n. 10/2014 – avrebbero potuto trovare in comune accordo con Aqp soluzioni idonee per sanare la loro situazione. “Il provvedimento di taglio indiscriminato a 250 famiglie da parte di Aqp – ha rivelato Antonio Rotundo, consigliere comunale PD, durante una conferenza stampa tenutasi in via Milizia, presso la sede cittadina del partito – si ripropone dopo che l’ordinanza del primo cittadino esaurisce l’efficacia. La situazione è drammatica, perché quando in una città come la nostra oltre 400 nuclei vengono privati del servizio idrico ci troviamo davanti ad un fatto enorme. In primis, noi siamo a tutela dei contribuenti onesti. A tutela di chi paga regolarmente. E riteniamo inammissibile che questi si vedano chiudere l’acqua perché Acquedotto Pugliese non è in grado di colpire gli evasori in malafede”.
“Oltre il danno, la beffa – prosegue Rotundo – in quanto per ripristinare il servizio si vedono costretti a pagare una parte dei morosi. Ricordiamo, peraltro, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sul minimo vitale, che sancisce un vero e proprio equilibrio per le famiglie che hanno documentato lo stato di disagio sociale. Tuttavia, tale diritto rimane solo sulla carta, perché stando a quanto riferito in Commissione Controllo dal responsabile di Aqp, sarà garantito questo minimo vitale solo nel momento in cui l’autorità garante del servizio idrico detterà la normativa applicativa. E secondo le notizie riferiteci, ciò partirebbe solo da Settembre. Una notizia per noi preoccupante, perché da qui a Settembre non possiamo star fermi. Allora, sollecitiamo la Regione affinché non stia ferma, dando un indirizzo preciso ad Aqp”.
“Di fronte a questo numero, le Istituzioni non possono non prendere delle determinazioni in merito per intervenire”, dice invece il deputato parlamentare salentino, on. Salvatore Capone. “Salvaguardando, da un lato, il cittadino che ha potuto pagare nei termini; dall’altro, ci saranno delle questioni singole che l’aqp, attraverso gli enti locali di riferimento e i rispettivi uffici, verifichi caso per caso in merito ai servizi da erogare. Ci vuole una determinazione, da parte di via Capruzzi, nei confronti della società”. “Noi come Parlamento – prosegue – abbiamo cercato di mettere il minimo vitale, che rafforza il ruolo della Regione e di Aqp. Bisogna dare una risposta alle famiglie disagiate”.
“Stiamo parlando di un diritto universale – dichiara invece il deputato Fritz Massa – e come tale riconosciuto dalla normativa nazionale, ma sulla base di direttive comunitarie ed un principio affermato nell’ambito della nazioni unite. Non è pensabile che si venga privati del diritto all’acqua. I meccanismi puntuali per la risoluzione radicale del problema sono in via di determinazione entro il prossimo settembre, con una deliberazione che definisce i criteri per la individuazione di soggetti ai quali non può essere sospesa l’erogazione del servizio pubblico”.
“È evidente che fino a quella data la Regione dovrebbe dare copertura politica ad una questione dalla natura sociale. Al momento, inoltre, le mozioni presentate in consiglio regionale non vengono discusse.
Nell’attesa della definizione dei meccanismi, non chiedo ad Aqp di rinunciare alla riscossione delle tariffe verso chiunque possa pagare, ma quantomeno – conclude – rimoduli la richiesta nei confronti dei più bisognosi”.