L’organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce – in termini di diritto umano – che il quantitativo minimo di acqua, necessario per i bisogni essenziali, corrisponde a quaranta litri giornalieri. L’Italia fa meglio: cinquanta litri per abitante al giorno. Concetto, questo, collegato direttamente al tema della morosità degli utenti e approvato in un apposito decreto governativo del 29 Agosto 2016, poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 241 del 14 ottobre scorso. Provvedimento che parla chiaro: considerando eventuali condizioni economiche disagiate, il minimo garantito deve essere tale anche quando non si riescano a pagare le bollette. A tal proposito, il PD cittadino ha voluto organizzare una conferenza stampa assieme al Consigliere Comunale – nonché Presidente della Commissione Controllo – Antonio Rotundo, presente proprio al fine di illustrare nei dettagli i contenuti della norma :«Viene stabilito, in buona sostanza, un vero e proprio diritto ad ognuno, non solo agli abitanti degli alloggi ERP». Rotundo fa riferimento ai casi in cui ad alcune case popolari – tipo quelle di via Siracusa (nell’occasione intervenne pure l’Assessore Andrea Guido con una nota) – dove avvenne il taglio dell’acqua proprio a causa dei ritardi nei pagamenti. Togliere il servizio idrico a persone anziane, magari affette da disabilità o addirittura minorenni, crea però non poco disagio. Ed inoltre, essendoci un contatore unico, la mancata erogazione ricade pure su chi risulta in regola.
L’on. Rotundo, inoltre, analizza la questione nello specifico:«Chi versa in condizioni documentate di disagio, gli viene garantito un diritto di 50 litri d’acqua al giorno. Ciò significa che il nucleo famigliare avente un ISEE al di sotto dei 7.500 euro, da tale punto di vista viene tutelato». «Punto fondamentale della questione è che il decreto – conclude Rotundo – riconosce il diritto all’acqua alle famiglie meno abbienti, evitando che il peso della morosità di queste famiglie da un lato si riverberi su quelle che pagano, come avvenuto sinora; dall’altro, quindi, che produca il taglio dell’acqua». Nella sede di via Milizia c’era anche Salvatore Zermo, del sindacato UNIAT UIL: «La gente resta senz’acqua e parliamo di persone anziane e ammalate. La soluzione? I cosiddetti contatori intelligenti. Noi, come sindacati di categoria e in accordo con CGIL CISL e UIL, abbiamo chiesto alla prefettura un incontro sulla loro fornitura. A Gallipoli e Tricase, ad esempio, esiste un protocollo d’intesa tra Comune, Arca Sud e Acquedotto Pugliese tramite cui predisporre i contatori intelligenti a totale carico loro, senza che gli inquilini vengano chiamati in causa. A Lecce, secondo me, un tavolo di concertazione dovrebbe venire convocato al più presto».
«Un’iniziativa di equità sociale – sottolinea il segretario cittadino del Partito Democratico, Fabrizio Marra – che si allinea perfettamente con gli Asset del PD locale e nazionale. Ora serve far sì che la disposizione possa trovare dall’Aqp un recepimeto».
In totale accordo con lui anche il capogruppo PD a Palazzo Carafa, Paolo Foresio:«Un’opportunità affinché si risolvano dei problemi serissimi».