In questi giorni se n’è scritto tanto, determinando anche l’intervento a mezzo stampa di vari esponenti del panorama politico locale. Stiamo parlando dell’ormai famigerato "contributo 630", richiesto dai Consorzi di bonifica che operano nel Salento, riguardante le province di Lecce e Brindisi. Un ennesimo balzello piovuto a danno sia degli agricoltori salentini, sia nei confronti dei proprietari che possiedono case al mare. E tutto ciò a fronte di servizi, in taluni casi, mai esistiti. A migliaia di consorziati infatti sono stati recapitati avvisi di pagamento di contributi consortili che hanno suscitato immediata protesta, visto che i destinatari delle pretese mai hanno usufruito di benefici di qualsivoglia natura dai Consorzi. L’Unione Provinciale Agricoltori di Lecce, dunque, contesta fermamente l’improvvisa tassa attraverso la nota stampa inviataci dal Presidente Diego Lazzari.
In realtà, bisogna specificarlo. i Consorzi hanno il diritto di imporre i contributi, ma solo in presenza del presupposto che vi sia un beneficio diretto e specifico del fondo servito (dettaglio che ci venne comunicato anche da un comunicato dello "Sportello dei Diritti" presieduto dall'avv. Giovanni D'Agata). E ciò, ovviamente, deve comportare un aumento di valore fondiario dello stesso. “L’ Unione degli Agricoltori di Lecce – annuncia Lazzari – ha organizzato la resistenza avverso tali ingiuste ed illegittime pretese. Gli avvisi che stanno pervenendo sono recapitati per posta semplice, e pertanto ad essi dovranno seguire intimazioni validamente notificate. Da quel momento decorreranno i termini per proporre i ricorsi”.
“A tale scopo – conclude – l’Unione suggerisce alle aziende di raccogliere la documentazione necessaria da subito per consentire una precisa valutazione di ciascuna posizione individuale, considerando che i fondi tassati sono non omogenei tra loro, diversamente classati, ricadenti in comuni diversi e spesso in altre province”. Per tale motivo non si può utilizzare la cosiddetta class action. Gli interessati potranno rivolgersi agli uffici dell’Unione Agricoltori di Lecce per avere indicazioni sulle varie problematiche.
“I due Consorzi Salentini sono stati da tempo commissariati”, spiega Lazzari, che prosegue: “I piani di classifica formulati dal Commissario, che ha stabilito quali territori fossero da assoggettare a tassazione, sono stati già impugnati, nel 2012 da circa ottomila agricoltori salentini in adesione ad una apposita iniziativa dell'Unione degli Agricoltori di Lecce”. Il motivo dedotto, già all’epoca, era dovuto al beneficio nullo mai ricevuto. “La RegionePuglia, a fronte di tale inaccettabile stortura, che perdura da anni, nulla finora ha deciso per risolvere il problema”.
POLI BORTONE: 'CARTELLE ILLEGITTIME, EMILIANO LE SOSPENDA' – A sollecitare l'intervento della Regione Puglia è anche l'on.le Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce. “Emiliano intervenga subito per mettere ordine e possibilmente fine a questa incresciosa vicenda delle cartelle esattoriali ricevute dalla stragrande maggioranza degli agricoltori e proprietari di terreni agricoli nel Salento da parte dei Consorzi di bonifica Ugento Li foggi e Arneo. È a dir poco assurdo – tra l’altro non è la prima volta che accade – che i cittadini debbano vedersi recapitare a casa contributi per la bonifica e l’irrigazione di terreni senza aver in realtà usufruito di un simile servizio per gli anni indicati nell’avviso di pagamento. Pertanto invitiamo Emiliano a provvedere alla sospensione immediata di queste rate e a portare avanti un riordino effettivo, razionale e utile di questi enti, evitando che si gravi sugli utenti, specialmente quando non è avvenuta alcuna erogazione di servizi".