Tiene banco ancora la polemica legata all’emergenza Xylella. All’indomani del Piano straordinario voluto dal Commissario Silletti, si inasprisce il dibattito. Circa 4mila, infatti, sono gli alberi che potrebbero essere colpiti dalle misure preventive: con il nuovo decreto, infatti, sono a rischio taglio non solo le piante effettivamente infette, ma anche quelle che manifestino in maniera esplicita o meno i sintomi del disseccamento. Il tutto, nel raggio di cento metri dall’albero ammalato.
La voce che si registra oggi è quella del Senatore Dario Stefàno, il quale si concentra sul forte rischio economico che potrebbe sorgere dal blocco delle barbatelle da vino in Salento. ‘Questa misura – spiega l’esponente di Sel – rischia di mandare in tilt un settore che produce una ricchezza pari a 20 milioni di euro e di provocare la desertificazione del territorio.
E' tempo di far presente ai vertici dell'Unione che bisogna provvedere in modo tempestivo e coerente alla modifica delle decisioni assunte, perchè sono gravi’. Il senatore vendoliano, quindi, ha raccolto l'appello del Sindaco di Otranto rivolto agli europarlamentari pugliesi. Il vivaismo salentino è stato posto al centro di una lettera indirizzata al Ministro Martina per chiedere un intervento dello stesso in Ue affinchè si elimini presto il blocco della vite che sta mettendo in ginocchio le aziende del settore agricolo. ‘Sarebbe un'insopportabile beffa – continua Stefàno – compromettere il settore non per opera diretta della Xylella, ma per una difesa immotivata dall'epidemia. Le risultanze scientifiche dei test di patogenicità infatti hanno accertato la non trasmissibilità della Xylella alla vitis vinifera’.
In attesa di una decisione precisa, però, decine di clienti, secondo Stefàno, avrebbero già disdetto ordini economicamente importanti nei confronti di decine di aziende salentine. ‘Il rinvio – conclude il Senatore – rischia di compromettere in maniera irrimediabile la sopravvivenza dell'intero comparto che nei decenni ha acquisito una forte specializzazione e che ha fatto del vitivivaismo di Terra d’Otranto il secondo polo in Italia per produzione ma anche il riferimento per una quota notevole del mercato nazionale ed estero. Oltre naturalmente a interrompere anche il ricambio generazionale che da anni ormai è in corso e a mettere la parola fine a una storia imprenditoriale e a una cultura produttiva’.