Causio, il Barone del calcio presenta a Lecce la sua biografia


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Tra le città di provincia Lecce è una di quelle che più di tutte ha dato al calcio nazionale alcuni dei protagonisti più illustri, uno dei più forti è stato Franco Causio, il pezzo migliore dell’artiglieria della Juventus anni 70.
 
Causio ha presentato nella sua città d’origine il libro che raccoglie la sua biografia, la sua straordinaria avventura sportiva, fin dai tempi delle giovanili, per arrivare poi alla Serie A e alla Nazionale.
 
Il volume intitolato “Vincere è l’unica cosa che conta”, scritto insieme a Italo Cucci, maestro del giornalismo sportivo italiano e già direttore del Corriere dello Sport, racconta la parabola calcistica del più titolato giocatore leccese di tutti i tempi e di uno dei più forti numero 7 della storia.
 
Accanto a Causio gli amici di sempre, quelli che hanno cominciato nel Lecce tanti anni fa, quelli che venivano fuori dalla scuola del grande maestro Attilio Adamo, quelli che sono arrivati a vestire la maglia della Juventus, come Sergio Brio, compagno e amico di Causio, chiamato come testimonial e relatore del libro, insieme al giornalista Elio Donno.
 
Nella sala conferenze del Rettorato dell’Università del Salento si sono ritrovati volti noti e vecchie glorie del calcio salentino, da Ezio Candido a Claudio Luperto, da Mario Russo a Pinuccio Greco. Tra gli ospiti di riguardo anche Mimmo Renna, il primo leccese ad aver vinto uno scudetto, nel lontano 1964, e primo leccese ad allenare in serie A, primo fra i giovani di Attilio Adamo a scalare le categorie del calcio e ad avere successo a livello nazionale.
 
La presentazione condotta magistralmente da Ludovico Malorgio, ha contato sulla partecipazione del rettore dell’Università Vincenzo Zara e sulla testimonianza divertente e al tempo stesso commovente del prof Stefano Adamo, figlio dell’indimenticato Attilio, che insieme al fratello Renzo ha fortemente voluto a Lecce la presentazione del libro di Causio.
 
Così, in un vortice di emozioni e di ricordi, i protagonisti si sono intrattenuti in racconti suggestivi che hanno riportato al centro della scena la bellezza del gioco più bello del mondo interpretato alla grande da un figlio della nostra terra: “il Barone”, come tutti lo chiamavano, quando Causio incantava il pubblico italiano con la sua classe da autentico alfiere del pallone.

Sono riemersi i ricordi degli incontri, dei trionfi, delle opportunità, ma anche le amarezze e le delusioni. La grande stima di Bearzot e il rapporto conflittuale con Trapattoni con il quale Causio ha vinto 3 scudetti (76-77, 77-78, 80-81) sui 6 totali conquistati con la maglia della vecchia signora. Fu proprio a causa dei dissapori con l’allenatore più titolato della storia del calcio italiano che Causio lasciò la Juve per approdare all’Udinese a 32 anni e dimostrare di essere ancora fortissimo.
 
Ad incorniciare la serata il contributo dell’Unione sportiva Lecce che ha partecipato con il vice presidente Liguori e con il settore giovanile rappresentato dalla squadra Berretti guidata da mister Claudio Luperto.