“Vi vogliamo così”. La Curva Nord, dopo 97 minuti al cardiopalma, intona il coro migliore di tutti: il Lecce mette all’angolo la Juventus campione d’Italia, costringendola ad un 1-1 che ha il sapore dell’impresa. Dopo un primo tempo praticamente perfetto, nella ripresa gli ospiti vanno in vantaggio con un gol realizzato dal solito Dybala. Ma poco dopo anche i giallorossi si procurano un penalty e, sapendo soffrire da squadra vera, mette in cascina un altro punto preziosissimo. Difficile scegliere un migliore in campo.
Gabriel, 7: nel primo tempo la Juve crea poco, conclude ancora meno. Battuto da Higuain in fuorigioco, compi un autentico miracolo al 26esimo sulla conclusione ravvicinata di Dybala. Intuisce la traiettoria del tiro dagli undici metri del numero 10 argentino, ma la conclusione è potente e angolatissima. Non sbaglia nemmeno un’uscita.
Meccariello, 7: avete presente l’inizio horror di “San Siro”? Ecco, l’esatto opposto. Parte forte, con un paio di anticipi di classe che infiammano lo stadio gremito. Prima frazione superba la sua, dove fa sfigurare tal Alex Sandro, tanto in fase di copertura quanto in quella di spinta. Bene anche quando occorre piazzare il terzo uomo nel cuore della difesa. Esce stremato nella seconda metà della ripresa.
Dal 70’ Rispoli,6: entra perché la corsia destra era a corto di ossigeno. Deve pensare a contenere
Lucioni, 7: non c’è CR7 da tenere a bada, ma Higuain è comunque un cavallo difficile da domare. Lui come al solito è concentratissimo, riuscendo a tenere dritta la sbarra. Qualche palla di troppo che viaggia pericolosamente in area, ma non rischia.
Rossettini, 7: prende in consegna Dybala, reduce da una spettacolare doppietta in Champion’s League e al 17’ la ‘Joja’ lo costringe al giallo. Per il resto, una roccia: con la sua esperienza guida ad un pareggio di importanza capitale.
Calderoni, 7.5: l’eroe del match pareggiato contro il Milan è praticamente insostituibile lungo l’out mancino. Ammonito dopo appena 12 minuti non lesina impegno e grande abnegazione: con Danilo (e poi Cuadrado) davanti è difficile lanciarsi in avanti, ma lì dietro è monumentale.
Tachtsidis, 7: deve tentare di arginare gli inserimenti di Bernardeschi anche se il 33 bianconero svaria su tutto il fronte offensivo. Stavolta fa il suo molto bene, sbagliando davvero poco, facendosi trovare presente in fase di non possesso e riuscendo a metterci il piede in ogni azione utile dei giallorossi.
Petriccione, 7+ : l’ottimo secondo tempo contro il Milan vale la maglia da titolare contro i campioni d’Italia. Una gara attenta e ordinata, caratterizzata anche da tanti spunti interessanti. Suo, però, il fallo su Pjanic in avvio di ripresa da cui nasce il rigore vincente di Dybala. In presa diretta sembrava più palla che piede. Una macchia di un’ottima prestazione.
Majer, 6.5: due minuti e scalda i guantoni di Szcesny con una botta potente, ma centrale. E’ il biglietto da visita di una partita come al solito arcigna. Lo sloveno non tira mai dietro il piede ed è utile a spezzare spesso il gioco della capolista. All’ora di gioco Coppola lo richiama in panchina, anche perché diffidato: mercoledì si torna in campo.
dal 58’ Tabanelli, 6.5: alla vigilia era dato tra i titolari. Entra, invece, nel secondo tempo e contribuisce alla grande alla causa.
Mancosu, 7: fa un po’ di fatica prima di iniziare a incidere nell’economia del match, ma come sempre il suo zampino non manca mai. È glaciale, come sempre, dal dischetto del rigore e sigla il meritato 1-1. Si becca il cartellino giallo al 72esimo. Poi accusa i crampi, ma stringe i denti fino alla fine.
Farias, 6+ : una settimana fa aveva spaccato il match del ‘Meazza’, oggi riprova contro la Juve, ma non riesce come avrebbe desiderato. In generale però la sua è una buona prova, fatta di corsa e fantasia. Rimane negli spogliatoi nel corso dell’intervallo per uno stiramento, al suo posto Lapadula.
dal 45’ Lapadula, 6.5: con il suo ingresso Coppola avrebbe voluto maggiore fisicità per le vie centrali. L’intenzione resta tale, ma il suo apporto è utile in fase di non possesso e nel guadagnare un paio di punizioni che fanno rifiatare i compagni. All’87esimo va in gol, ma il gioco è fermo e si becca il giallo.
Babacar, 7: proprio come vuole Liverani, gioca molto basso e fa sentire la sua presenza soprattutto in fase di contenimento. I compagni lo cercano spesso per tentare di colpire in ripartenza: lui non sempre sceglie la soluzione migliore. Prezioso, però, con i suoi centimetri a dare manforte alla difesa nel finale a tutta forza della Juve.
Coppola, 7.5: deve guidare la truppa giallorossa, orfano del condottiero Liverani. Punta sulla migliore formazione possibile al momento, confermando Meccariello a destra, Babacar punta centrale e premiando Farias con una maglia dal 1’. In pratica una prestazione perfetta, soprattutto nel primo tempo: il Lecce parte a mille e in alcuni frangenti sembra mettere alle corde i campioni d’Italia. Proprio come vuole li mister, la squadra capisce le varie fasi della gara, capisce cioè quando si può affondare e quando invece c’è da stringere i denti, anche spazzando largo qualche pallone. La seconda frazione si apre con il calcio di rigore subito praticamente a freddo: l’episodio avrebbe potuto far crollare il castello, invece i giallorossi hanno la forza di procurarselo anche loro l’episodio, proprio come contro il Milan. La gara torna sui binari pari e il Lecce la conduce al 97’ con una personalità da big. Secondo punto inteso consecutivo.