Un Lecce dai due volti impone il pareggio al nuovo Milan di Stefano Pioli. Dopo un primo tempo chiuso sotto di una sola rete, nella ripresa l’ingresso di Farias accende la luce su un Lecce fin troppo remissivo: Babacar sigla il rigore del momentaneo 1-1 e quando il Milan pesca il raddoppio tutto sembrava davvero finito. E invece no: un Marco Calderoni in grande spolvero fa vedere la specialità della casa, un tiro dalla distanza che manda in estasi i 2.700 tifosi salentini a “San Siro”.
Gabriel, 5.5: una delle vecchie giovani promesse del Milan, fa il suo ritorno da avversario al “Meazza”. Pronti-via e dopo appena 60” deve opporsi sul diagonale di Leao. Poi inizia a vedere Calhanoglu sbucare da tutte le parti che, dopo un paio di tentativi, lo buca sul suo palo al 20esimo. Certamente poteva qualcosa in più, con Liverani che lo striglia per alcuni rinvii lunghi poco graditi al mister. Incolpevole, invece, sul 2-1 di Piatek.
Meccariello, 6- : esordio assoluto in Serie A per lui in questa stagione. Ha dovuto mordere il freno per un acciacco fisico che lo ha attanagliato in questo primo periodo e per il debutto Liverani lo propone a San Siro, da terzino destro e l’impatto è shock. Leao lo brucia per due volte in due minuti e, in più, sbaglia tanto in uscita. Mano-mano cresce in personalità, facendo vedere cose buone, specialmente nel secondo tempo.
Lucioni, 6- : dopo il gol contro l’Atalanta, non rompe il ghiaccio come vorrebbe. Leao è una spina nel fianco, per lui e Meccariello davvero difficile da arginare. Qualche affanno in copertura, ma evita imbarazzi peggiori.
Rossettini, 6- : in linea con il resto dei compagni, il suo inizio non è entusiasmante. Qualche leggerezza in uscita, ma soprattutto in occasione dell’1-0 Calhanoglu lo supera troppo facilmente. Dopo il pareggio stringe i denti lì dietro e al 74′ si becca un’ammonizione.
Calderoni, 7: Meccariello è per natura un attendista, e allora è dalle sue sgroppate che devono arrivare le incursioni giallorosse. Lui corre davvero tanto, ara la fascia e offre sempre un’alternativa al compagno che agisce nella zona mancina. Il premio? Il gol in pieno recupero che vale il definitivo 2 a 2: un’altra bordata dalla distanza che punisce Donnarumma.
Tachtsidis, 5: contro l’Atalanta era finito in panchina e per i primi 45′ sembra che lì sia rimasto. Sbaglia una quantità industriale di palloni in uscita e per il Lecce è un dramma. Dovrebbe dirigere la manovra, ma finisce nel pallone. Sul raddoppio dei rossoneri, va troppo morbido in copertura su Calhanoglu. Probabilmente la peggiore prestazione in giallorosso.
Tabanelli, 6: ha saltato per infortunio le gare contro Roma e Atalanta, e allora Liverani lo ripropone da subito a San Siro. Si procura qualche fallo che nella fase iniziale permette di alleggerire la pressione rossonera, ma da un suo elementare appoggio sbagliato nasce l’azione del vantaggio firmato Calhanoglu. Peccato, perché è uno dei pochi che pare avere qualcosina in più.
Majer, 5.5: lo sloveno entra poco nel vivo delle poche azioni giallorosse, costretto per lo più a inseguire l’avversario (viene ammonito al 43′). Dopo un ‘ora di gioco crolla anche fisicamente e Liverani lo richiama in panchina.
dal 63′ Petriccione, 6: entra con la sua solita personalità. Fa il suo con ordine e senza sbavature.
Mancosu, 6- : il capitano si sbraccia per larghi tratti per i pochi palloni giocabili ricevuti. Nei primi 45 minuti si rende pericolo in una sola circostanza: un bell’aggancio e una volata verso l’area di Donnarumma che però si conclude senza esito. Nel secondo tempo molto meglio, ma lascia l’incombenza del rigore a Babacar. Strano.
Falco, 5: nella prima partita al “Meazza” contro l’Inter aveva incantato quasi tutti. Oggi lo spartito è decisamente opposto: li capitano poche palle utili, ma quando è in possesso cerca un fallo che mai arriva. Liverani lo rimprovera a più riprese e, dopo un tentativo velleitario a fine primo tempo, il tecnico lo lascia negli spogliatoi. Stavolta luci spente a San Siro.
dal 45′ Farias, 6.5: entra lui e il Lecce trova più dinamicità. In dieci minuti tocca un gran numero di palle e da una sua scodellata arriva il tocco di braccio di Conti che vale il rigore del pareggio. Gioca a tutto campo e inizia a far vedere quanto può essere importante per questo Lecce. Un vero furetto indemoniato.
Babacar, 6: nel corso dei primi 45′ l’unica costante è l’essere perennemente anticipato. Il primo tiro in porta arriva al minuto 57. Da lì inizia una nuova partita: si incarica di calciare il rigore al 63esimo che sbaglia, ma poi si riscatta immediatamente sulla ribattuta siglando l’1-1. Tanto movimento, fino ad essere messo fuori gioco dai crampi.
dal 81′ Lapadula, senza voto: l’ex di turno entra nel finale con una voglia matta di dire la sua. Corre e si dimena, ma senza creare pericoli.
Liverani, 6+ : dopo la pesante sconfitta senza appello di Bergamo, tifosi e dirigenza di aspettavano un approccio al match decisamente diverso. La distanza tecnica tra il Lecce e il Milan è abissale, ma i giallorossi nel primo tempo sbagliano di tutto e di più, dai movimenti fino ai disimpegni più semplici. Lui come al solito di sgola, ma senza successo. La strigliata nel corso dell’intervallo, ma sopratutto l’ingresso di Farias, cambiano volto al Lecce che nella ripresa entra con un altro spirito: all’ora di gioco Babacar trova il meritato pareggio e nel finale un super Calderoni regala un punto preziosissimo, il primo pareggio stagionale. Nel mezzo il tecnico dice qualcosa di troppo all’arbitro che lo espelle (non potrà essere in panchina contro la Juve).