Serie A, la FIGC studia il nuovo protocollo: ecco come, dove e quando ripartire


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Pochi giorni fa le parole di Gabriele Gravina avevano in qualche modo preannunciato le prossime tappe sulla possibile ripresa dei campionati di calcio. “Prima di tutto i controlli – aveva detto – poi, in condizione di sicurezza, il ritorno in campo, concludendo i tornei anche ad estate inoltrata“.

Ieri le intenzioni si sono trasformate in programmi e proposte concrete, elaborate al termine della riunione in videoconferenza della Commissione medico scientifica della FIGC. La questione è chiara: la Fase 2 della ripartenza dovrà coinvolgere anche il mondo del calcio che, pur restando un gioco, rappresenta comunque la terza industria del Paese.

La data a cui si guarda è quella del 4 maggio: salvo malaugurate complicazioni, per quella data dovrebbe terminare il lockdown ordinato dal Governo e proprio per quel giorno le squadre potrebbero riprendere gli allenamenti, dopo circa 2 mesi di stop. Le gare, nella migliore delle ipotesi, tornerebbero sabato 30 maggio: tre match a settimana per finire quanto prima la stagione.

Tutto è in divenire, per il protocollo si dovrà aspettare ancora un po’, ma le linee tracciate ci sono.

I membri della commissione medica e i dirigenti della FIGC immaginano un percorso che metta al primo posto la sicurezza di tutti, dai calciatori agli staff, tecnici, medici e dirigenziali. Ecco perché la condizione numero 1 per la sicurezza potrebbe essere quella del “ritiro permanente” di squadra. Fare tamponi alla ripresa, ma lasciare poi liberi i giocatori di tornare ogni giorno a casa sarebbe inutile: visite mediche e, in caso di esiti favorevoli, tutti insieme fino a fine stagione.

“Il luogo per l’allenamento deve essere sanificato (intendendo per luogo sia il Centro Sportivo sia le palestre, gli spogliatoi e gli alberghi qualora i club non abbiano una propria sede per il ritiro). Il protocollo poi si incentrerà nella gestione del ritiro con attenzioni specifiche alle varie attività di allenamento e sull’organizzazione per l’impiego delle diverse strutture, compresa la sala medica e fisioterapica.

Il ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il ‘gruppo squadra’. Tali indagini prevedono, oltre all’esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico (con la tipologia che sarà indicata dalle autorità competenti), un’anamnesi accurata, una visita clinica (valutazione degli eventuali sintomi e misurazione della temperatura corporea) ed esami strumentali e del sangue”. Queste le indicazioni pratiche.
Una lavoro veramente complesso e per questo la FIGC, per facilitare l’espletamento di tutte le procedure di screening e favorire una migliore organizzazione logistica, pensa a tre step diversi per ripartire: prima la Serie A, poi la B, infine la C.
Ora le posizioni di tutti dovranno trovare una sintesi in un documento che il Presidente Gravina trasmetterà  per la valutazione ai Ministri per lo Sport Vincenzo Spadafora e della Salute Roberto Speranza. Poi, forse, il pallone tornerà a rotolare.