Lecce, croci e delizie. Ma quanti passaggi sbagliati. Le pagelle del match col Frosinone


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Secondo pareggio consecutivo in casa per il Lecce che anche contro il Frosinone fa 2 a 2. Gara davvero difficile da decifrare per il Lecce che parte con il giusto piglio, ma una volta andato sotto sbaglia fin troppi passaggi complicandosi la manovra. Adjapong (autore del fallo da rigore) si riscatta e suona la carica che nella ripresa Mancosu fa esplodere con un scippo di palla sul portiere avversario. Nonostante le avversità (out entrambi i difensori centrali titolari), il Lecce regge fino al 90′, ma in pieno recupero l’ennesima lettura sbagliata della difesa costa i 2 punti. Ma il gol ciociaro è in possibile offside.

Gabriel, 6.5: 15 minuti di attesa, poi Parzyszek lo spiazza dagli undici metri. Si supera, invece, sulla botta di Salvi al 25esimo evitando il doppio svantaggio. Ma è al 78esimo che compie il miracolo: la sua sospensione in area sul colpo di testa di Maiello sarà oggetto di studio in fisica. Peccato, però, nel finale: su Novakovich può davvero poco.

Adjapong, 6+ : in settimana ha patito qualche problemino fisico, ma il terzino modenese recupera pienamente e prende in consegna la sua corsia destra. Inizio in sofferenza per lui che al quarto d’ora incrocia le gambe con quelle di Parzyszek: calcio di rigore per il Frosinone e giallo per lui. Rialza la china in chiusura di primo tempo beffando Zampano e Bardi e siglando il suo primo gol in giallorosso. La gioia lo aiuta a crescere e nel finale fa compagnia a Meccariello e Zuta nella difesa a tre ed è lui a tenere in gioco Novakovich sul 2-2.

Il gol di Adjapong (ph.Pinto)

Lucioni, 6: dura meno di un tempo la sua partita per via di un problema al ginocchio. 38 minuti in cui è tra i pochi a non sbagliare l’appoggio: poi sente qualcosa al ginocchio e Corini preferisce non rischiare chiamando subito il cambio.
dal 38′ Meccariello, 6: il rientro di Dermaku e il calendario fitto di impegni, suggeriscono a Corini di risparmiare Biagio. Ma il mancato impegno dura meno di 40 minuti perché dopo il crack di Lucioni tocca a lui fare coppia con il collega albanese. Cartellino giallo per lui in avvio di ripresa.

Dermaku, 6.5: sei giornate dopo lo strappo di Cosenza, torna in campo, da titolare, accanto a Lucioni. Prestazione tutto sommato ordinata per lui che deve fare la voce grossa dopo l’uscita di Lucioni e prendendo lui le redini della retroguardia. Non sbaglia una chiusura, ma non aveva i 90′ nelle gambe: esce a venti minuti dalla fine.
dal 68′ Calderoni, 5.5: entra per l’ultima parte di gara per tentare di dare nuovo ossigeno alla corsia destra. Bene in fase di spinta, male, però, in copertura su Zampano in occasione del definitivo pareggio frusinate.

Zuta, 6: aveva il compito di lasciarsi alle spalle la brutta prestazione contro il Venezia e ci riesce a tratti. Non sempre puntuale in fase di sovrapposizione, tutto sommato regge bene dietro. Nella ripresa, con le uscite di Lucioni e Dermaku, deve andare a fare il centrale nell’inedita difesa a tre.

Tachtsidis, 5.5: qualche imprecisione di troppo in fase di appoggio nella prima frazione del match. Il greco è onnipresente, ma non sempre puntuale quando c’è da impostare. Nel finale di match cade male dopo uno scontro aereo, ma stringe i denti e conclude la sua gara. In pieno recupero reclama un fallo da rigore, ma trova invece il cartellino giallo per simulazione.

Majer, 6: al cospetto di un centrocampo numericamente e fisicamente più prestante, e complice anche l’inserimento di Zuta, Corini sceglie lui al posto di Henderson. Per caratteristiche non è un grande incursionista, ma quando lo fa non sempre i compagni lo vedono. Tanta legna in campo finché non lo atterrano i crampi.
dal 69′ Listkowski, 6- : altro ultimo spezzone di gara per lui che fa rivedere una buona gamba. Sta ritrovando condizione. Rimedia l’ammonizione per una brutta entrata su Tribuzzi.

Paganini, 6- : gara molto speciale per lui che nel Frosinone è cresciuto ed è divenuto uno delle bandiere. Probabilmente anche per questo inizia subito bene, con carattere e ottimi inserimenti. Poi, incassato lo svantaggio, anche lui cala insieme al resto dei compagni, pur cercando comunque lo spunto. Che non arriva. Esce poco prima dell’ora di gioco.
dal 54′ Henderson, 6: entra in contemporanea con Falco è l’idea di Corini è chiara: allargare le maglie ciociare e puntare sugli inserimenti dello scozzese. Mossa che premia perché il Lecce trova il vantaggio e un paio di sue giocate sono davvero da apprezzare.

Mancosu, 6.5: confermassimo alle spalle della coppia di attaccanti, il capitano anche quando si concede qualche errore di troppo, è sempre l’uomo in più di questo Lecce. Troppi, infatti, i passaggi sbagliati per l’uomo-simbolo dei giallorossi, ma anche quando non è preciso riesce ad essere sempre decisivo: nel primo tempo è da un suo spiovente che nasce l’1-1 di Adjapong; nella ripresa la sua voglia di crederci lo premia in occasione dello ‘scippo’ su Bardi che vale il sorpasso salentino. All’ultimo respiro sfiora persino il 3-2 con una zampata nel cuore dell’area, ma stavolta Bardi c’è eccome.

Stepinski, 5.5: gara di estrema sofferenza per lui che tocca pochi palloni. E’ utile con il suo movimento senza palla, ma per lui entrare poco nel vivo dell’azione lo penalizza. In avvio di secondo tempo il mister lo richiama per far spazio all’esplosività di Falco.
dal 53′ Falco, 6: altro ingresso a partita in corso per e altra gara spaccata in due. Non può essere un caso che con lui in campo il Lecce completa il sorpasso sul Frosinone, anche grazie alla sua imprevedibilità. Stavolta, però, non arrivano i 3 punti.

Coda, 5.5: poco pericoloso quest’oggi, ma comunque prezioso lì davanti. Il capocannoniere del campionato cerca di rendersi utile, ma non riesce a sfondare nella difesa gialloblu.

Corini, 5.5: è vero, alla vigilia può sorridere per aver recuperato la rosa quasi per intero. I rientri in difesa, però, non sono tutti a pieno regime e se ne rende conto proprio in questi 94 minuti in cui deve avvicendare sia Lucioni che Dermaku, concludendo la gara con l’inedita difesa a tre. Il Lecce approccia bene, ma al primo affondo del Frosinone va sotto e da lì si susseguono troppi errori in fase di impostazione. Caos e superficialità non sono nel DNA della sua squadra e per questo lui deve farsi sentire più del solito. Il pari ridà convinzione anche alle sue scelte che torna a puntare su Falco e ribalta tutto. Tutto sembra mettersi per il meglio, ma nel finale la beffa: la difesa resta ancora il tallone d’Achille di questo Lecce che incamera, così, il secondo pareggio consecutivo.