Finisce con un pareggio con il risultato di 1-1 l’ultima gara del 2018 – e del girone d’andata – del Lecce che impatta sul campo dello Spezia. Una gara veramente bella, tra due squadre forti: i giallorossi partono con il freno a mano, incapaci per circa un quarto d’ora ad uno Spezia che va in vantaggio su calcio di rigore. Poi cambia la mentalità e l’atteggiamento tattico: il Lecce si prende il possesso e nel secondo tempo i cambi danno lo sprint in più. A pareggiare le sorti della sfida ci pensa Scavone, al suo secondo gol consecutivo.
Vigorito, 6: la sua difesa lo lascia in balia degli aquilotti per una decina di minuti: spiazzato senza pietà da Ricci su calcio di rigore. Gran volo all’ultimo minuto del primo tempo sul tiro dalla distanza di Mora che permette al Lecce di rimanere a galla.
Venuti, 6.5: superati alcuni guai fisici post-Padova, l’ex Benevento si riprende la sua corsia destra. Ci mette un po’ a carburare, ma alla lunga è quello che corre di più. Nel secondo tempo mette lo zampino sul gol del pareggio servendo a Scavone l’assist decisivo. Si becca il giallo al 73′, poi – toccato duro da un avversario, lascia il campo.
dal 78′ Meccariello, 6: si adatta a terzino prendendo il posto di Venuti. La velocità non è decisamente la stessa e così bada meglio a mantenere la linea difensiva costantemente a tre.
Lucioni, 6+: onnipresente in entrambe le aree di rigore, è lui a tenere alta la guardia sempre, mettendo il piedone ogni qualvolta serve. Da sottolineare i lanci lunghi, millimetrici. Con l’ingresso di Okereke il compito si fa più duro.
Bovo. 6.5: per la prima volta in stagione gioca nel suo ruolo naturale accanto a Lucioni, preferito a Biago Meccariello. Bello il suo inserimento al 14esimo quando, di testa, cerca subito di rispondere allo svantaggio iniziale. Ammonito al 27esimo per ostruzione, ci concede giusto un paio di errori in appoggio: per il resto sempre guardingo.
Calderoni, 6+: le continue sovrapposizioni non sempre vengono premiate dai compagni. Riesce a conquistare qualche calcio d’angolo, ma dalle sue parti non arrivano pericoli degni di nota.
Petriccione, 5.5: appare in calo, già da qualche partita. Quarto d’ora iniziale da incubo per lui quando non riesce a guidare a dovere il reparto, fino a commettere il fallo di mano al 11′ che permette a Ricci di realizzare il penalty dell’1-0. Più di qualche errore di impostazione a cui non siamo affatto abituati. Cartellino giallo al 54′ e Liverani lo sostituisce.
dal 58′ Falco, 6.5: con lui in campo il Lecce acquista dinamismo, con e senza palla. Al 65′ batte una punizione che esce di poco alla sinistra di Lamanna. Gran tiro anche 76esimo quando dal limite dell’area fa esplodere un bel mancino che si alza sulla traversa solo di centimetri. Un funambolo capace anche di recuperare tanti palloni.
Armellino, 6: in gol domenica scorsa, viene confermato nell’undici titolare da Liverani. Insieme a reparto, va sotto, surclassato a tratti dalla mediana ligure. Con l’uscita di Petriccione si va a posizionare davanti alla difesa
Scavone, 7: secondo gol consecutivo per lui che sta diventando l’uomo in più. Le ultime eccellenti prestazioni ), valgono l’ennesima maglia da titolare: è il più attivo del centrocampo giallorosso, ma tutto solo non riesce a far granché. Nella ripresa la musica cambia e il centrocampo salentino prende le redini del gioco: lui sale in cattedra e sigla il gol, fondamentale, del pareggio. Prezioso anche in copertura.
Mancosu, 6: non gira come deve e a risentirne è tutta la squadra. Emblematico il suo errore in appoggio in avvio di secondo tempo che consente allo Spezia di impostare una ripartenza da manuale (anche se non sfruttata a dovere). Con l’ingresso in campo di Falco arretra sulla linea di centrocampo e così inizia a sfruttare gli inserimenti senza palla. Al 71esimo sfiora il gol del vantaggio con un colpo dei suoi, ma il tentativo sfiora soltanto il palo alla destra del portiere avversario.
Palombi, 6: non giocava titolare in coppia con La Mantia dalla trasferta di Cosenza. Un solo tiro tentato a palombella per sorprendere Lamanna (senza riuscirci) è troppo poco per un primo tempo timido e senza guizzi. Più movimento nella ripresa dove trova in Pettinari i partner ideale quest’oggi.
La Mantia, 5.5: lo stato influenzale è alle spalle, e così Liverani lo ritrova pronto a guidare l’attacco. Tocca pochi, pochissimi palloni, e non tutti vengono capitalizzati. Nel primo tempo ha l’occasione di battere a rete di testa tutto solo in area di rigore bianconera, ma arriva sbilanciato e la sua conclusione è debole e prevedibile. Il copione si ripete al 49esimo. Esce poco prima dell’ora di gioco in un cambio che ha il sapore di bocciatura.
dal 55′ Pettinari, 6.5: pronti-via e sfiora il gol di testa. Entra bene nell’economia della partita, sintomo di come abbia ascoltato a menadito di consigli del mister.
Liverani, 6.5: decide di muove alcune pedine e così, insieme a La Mantia al timone del pacchetto offensivo affiancato da Palombi, promuove la coppia di difesa Lucioni-Bovo. L’inizio però è letale perché lo Spezia non fa toccare palla al Lecce per circa 15 minuti, andando i padroni di casa in vantaggio su rigore. Dopo lo svantaggio chiede ai terzini di alzare il baricentro, ma non basta. Nel secondo tempo l’atteggiamento è decisamente più arrembante: con gli inserimenti di Pettinari e Falco aumentano i movimenti senza palla e il Lecce per larghi tratti è padrone del campo. Il Lecce avrebbe anche le chance di passare in vantaggio, ma la precisione di Falco e soci stasera non è il massimo. Nel finale c’è solo tanta gestione (e la giusta apprensione): al triplice fischio finale il Lecce festeggia i 30 punti.