Cabaret sarà sicuramente un termine fine e di classe, ma per indicare il vassoio di dolci da portare in tavola per concludere in bellezza il pranzo della domenica non c’è parola più bella e evocativa di «guantiera». Una vera e propria tradizione che resiste al tempo e alle nuove usanze gastronomiche, più sofisticate e ricercate. Un rituale in grado di superare i regionalismi e mettere tutti d’accordo.
Quando qualcuno dove fare un presente o quando riceve un invito a cena a casa di amici, sa che con una ‘selezione’ di pasticcini mignon o paste secche non può sbagliare. Il cadeau sarà gradito anche perché c’è un dolce per tutti, un piccolo bocconcino, tra i tanti, in grado di soddisfare tutti i gusti, persino quelli dei palati più raffinati. E sono tante le pasticcerie, grandi e piccole, che la domenica continuano a riempire guantiere. E guai a chiamarle vintage!
Siamo andati dalla Pasticceria Caretto, a Surbo per chiedere al maestro Mario – reduce da un ‘viaggio’ a Milano dove si è classificato tra i primi tre in Italia al concorso Panettone Day con la sua creazione artigianale – quali siano le ‘preferenze’ dei salentini, a quali dolcetti non riescono proprio a rinunciare.
I bignè sono un passe partout, meglio ‘abbondare’ per evitare liti per accaparrarseli, soprattutto quelli al cioccolato sono ‘ambiti’ da grandi e piccini. Immancabili anche i cannoli di crema, i bocconotti e i cestini alla frutta. Meno frequente, ma amatissima la diplomatica. Tra la selezione infinita di dolci e di altre prelibatezze tra cui possiamo scegliere non possono mancare i mini-fruttoni e i pasticciotti in versione ridotta, ma anche le code di aragosta. Da leccarsi i baffi.
Come sosteneva George Bernard Shaw “le cose più belle della vita o sono immorali o sono illegali, oppure fanno ingrassare”. Ma quando ti trovi davanti una sfilza di meraviglie gastronomiche, preparate con i migliori ingredienti e sfornate ogni giorno come quelle della Pasticceria Caretto, è davvero difficile resistere. E per pensare alla bilancia c’è sempre tempo.