Che sta succedendo alla nobile e aristocratica Maglie?


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È la ‘nobile’ Maglie a finire sulle prime pagine dei giornali, ma potrebbe essere qualunque cittadina del Salento e l’interrogativo sarebbe sempre lo stesso: «che cosa sta succedendo?». Ma per la città nota per aver dato i natali, tra gli altri, ad Aldo Moro la domanda è ancor più pesante perché fino a pochi anni fa era conosciuta per il clima di onestà aristocratica che si respirava, per i suoi negozi, talmente tanti per un centro con meno di 15mila abitanti da valergli il titolo di centro commerciale a cielo aperto. Alcuni sono famosi ancora oggi e vantano una clientela da tutta la provincia perché solo e lì e non altrove si potevano trovare gli ultimi arrivi, le grandi marche, le griffe più ricercate.

Punto di riferimento educativo e culturale dell’hinterland, per le sue scuole che garantivano una formazione d’eccellenza in tutti i settori e meta dei giovani per i suoi locali. Si usciva solo a Maglie, prima. Ora, invece, i ragazzi vanno a mangiare un panino armati.

L’omicidio di Mattia Capocelli, il 28enne ucciso con un colpo di pistola alla gola, dimostra solo come siano cambiate le cose. Non che non si possa uscire tranquilli, non creiamo inutili allarmismi, ma è bene non minimizzare l’accaduto. La criminalità sembra che si sta riorganizzando, sembra che sia tornata ai vecchi metodi, quelli che incutono terrore. Almeno questa è l’impressione dopo il ritrovamento di un ordigno artigianale in un giardinetto pubblico. Non che sia da collegare con l’omicidio che ha scosso la comunità, ma comunque è un campanello d’allarme.

Era stato confezionato per esplodere, potenzialmente per far male. La città ha consapevolezza del momento difficile che sta vivendo, anche se adesso occorre conoscere quali iniziative a tutti i livelli saranno attivate per isolare chi preferisce risolvere i problemi con la violenza e ridare fiducia a tutti quelli che, invece, non si vogliono rassegnare e pensano che una rinascita di debba essere. Da subito.