Aggressione a ragazzino disabile: il giudice si pronuncerà sul patteggiamento, ma a Campi è scontro tra Municipio e Tribunale


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Si concluderà il 26 febbraio, quanto meno sul piano giudiziario, la dibattuta vicenda dell'aggressione ai danni del ragazzino di Campi Salentina, portatore di disabilità psichica. Il giudice Vincenzo Brancato ha fissato per quel giorno l'udienza camerale (con la sospensione condizionale), nell'ambito della quale si pronuncerà sulla richiesta di patteggiamento della pena a 2 anni e 6 mesi per ciascuno degli indagati.
 
Essa era stata "concordata" tra gli avvocati Massimo Bellini e Giovanni Gabellone, difensori rispettivamente di Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro, ed il pubblico ministero Angela Rotondano. Quest'ultima ha dato il proprio "benestare " poiché riteneva motivata la richiesta dei legali; anzitutto, poiché entrambi infraventunenni e senza precedenti penali. Inoltre, dall'interrogatorio di garanzia, dinanzi al gip Carlo Cazzella, sarebbe emersa un'ampia collaborazione da parte dei due ragazzi. Sia Cassone che Tauro hanno ammesso di avere partecipato alla vile aggressione ai danni del giovane portatore di handicap psichico, rispondendo a tutte le domande del giudice, ma nello stesso tempo, mostrando pentimento e vergogna. I due 21enni di Campi Salentina hanno ricostruito quel "tragico crescendo" di presunte provocazioni, insulti e minacce.
 
Il giudice Brancato, adesso, può accogliere l'istanza ed in quel caso, i due ragazzi beneficerebbero della sospensione della pena, perché infraventunenni; oppure rigettarla,  ritenendo la pena "non congrua" rispetto alla gravità del fatto. Dunque, la "palla passa" dal giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella a quello dell'udienza preliminare, Vincenzo Brancato.
 
Ricordiamo che il grave episodio di violenza, avvenne nel novembre del 2014 e fu filmato con un telefonino. Entrambi erano finiti agli arresti domiciliari con accuse pesantissime: sequestro di persona, violenza privata e persecuzione di un minorenne affetto da un handicap mentale. Il video divenuto virale su Whatsapp tra i giovani di Campi Salentina, venne registrato con il cellulare da un altro ragazzo. Nel filmato, infatti, si vede chiaramente come quattro ragazzi Cassone, Tauro, A.G. (un minorenne già identificato e denunciato a piede libero) ed un altro ancora, abbiano condotto il 13enne all’uscita di scuola, verso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Qui lo hanno legato con catena e lucchetto, continuando a prenderlo in giro e invitando, se ci fosse riuscito, a liberarsi. Una persecuzione durata oltre un’ora, durante la quale i tre bulli si sono persino allontanati, per poi tornare dal ragazzino e proseguire la loro violenza. Gli hanno persino urinato sulle gambe e una volta liberatolo, gli hanno intimato di non parlarne con nessuno.
 
I tre "bulli" sono stati "traditi" proprio da quel video. Il filmato, infatti, è arrivato tra le mani di una compagna di classe del 13enne, la quale ha provveduto a parlarne con la madre della vittima che, assistita dall’avvocato Cosimo Casaluci. ha deciso così di denunciare l’episodio di bullismo subito dal figlio.
 
Ricordiamo che i due presunti aggressori sono sempre agli arresti domiciliari, poiché il Tribunale del Riesame aveva rigettato il mese scorso la richiesta di scarcerazione per Riccardo Cassone. Alcuni giorni fa, il Presidente Stefano Marzo ha depositato le "motivazioni" ed un "passaggio" delle stesse, ha scatenato un baillame politico- mediatico. In particolare, il giudice ha fornito una ricostruzione del contesto sociale e territoriale, in cui si sono svolti i fatti, propedeutica ad una maggiore comprensione della dinamica dell’accaduto, definendo il paese di Campi Salentina "ad alta densità mafiosa". Questa frase non è stata gradita dal Sindaco del comune del nord Salento, Egidio Zacheo il quale ha anche "minacciato" di denunciare il giudice, nel caso in cui Marzo non dovesse chiedere scusa. È anche intervenuto il Presidente dell'Anm, Roberto Tanisi, per gettare acqua sul fuoco, contribuendo in qualche modo a fare rientrare la polemica.
 
In ogni caso, la querelle su Campi Salentina non si è definitivamente conclusa. Il centro salentino si presenta come un Giano bifronte: da un lato ha dato i natali al grandissimo attore Carmelo Bene, "insuperato" e "inimitato" fautore del "teatro senza spettacolo"; dall’altro è stato anche culla del boss della Scu di notevole caratura criminale, Gianni De Tommasi.