Aggressione al ragazzino disabile: i due indagati potrebbero ottenere il patteggiamento


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Finché un giudice non si pronuncerà con una sentenza, il patteggiamento rimarrà una possibilità, ma intanto gli avvocati dei due aggressori del portatore di handicap avrebbero concordato la pena con il pubblico ministero. Un nuovo tassello della delicata vicenda si è dunque aggiunto nelle scorse ore, quando i difensori di Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro, gli avvocati Massimo Bellini e Giovanni Gabellone hanno chiesto al pubblico ministero Angela Rotondano di patteggiare una pena di due anni e sei mesi (istanza che sarebbe stata accolta dal pm); ma l'aspetto fondamentale per una corretta comprensione della vicenda, da parte di chi è sprovvisto della benché minima conoscenza in campo giuridico, e che l'istanza dovrà anche essere accolta da un giudice per l'udienza preliminare.

Ricordiamo che il gip Carlo Cazzella nell'ordinanza era stato chiaro e netto: “Il sequestro di persona aggravato è punito con una pena minima di tre anni di reclusione oltre agli aumenti per la continuazione con gli altri reati”.
Intanto, I difensori di Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro presenteranno istanza di scarcerazione al gip.

Entrambi erano finiti agli arresti domiciliari per la violenta aggressione ai danni di un 13enne del paese affetto da handicap. Le accuse sono pesantissime: sequestro di persona, violenza privata e persecuzione di un minorenne affetto da un handicap mentale.

L'episodio è stato "immortalato" da un video divenuto virale su Whatsapp tra i giovani di Campi Salentina, registrato con il cellulare da un altro ragazzo. Nel filmato, infatti, si vede chiaramente come quattro ragazzi Cassone, Tauro, A.G.( un minorenne già identificato e denunciato a piede libero) ed un altro ancora, abbiano condotto il 13enne all’uscita di scuola, verso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Qui lo hanno legato con catena e lucchetto, continuando a prenderlo in giro e invitando, se ci fosse riuscito, a liberarsi. Gli hanno persino urinato sulle gambe e una volta liberatolo, gli hanno intimato di non parlarne con nessuno.

Mercoledì scorso, invece, si è tenuto l'interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Carlo Cazzella. I due hanno confessato di avere partecipato alla vile aggressione ai danni del portatore di handicap, rispondendo a tutte le domande del giudice, ma nello stesso tempo, mostrando pentimento e vergogna. Cassone ha anzitutto ammesso che la catena usata per legare il ragazzino era sua e dichiarato di avere agito spinto da un desiderio di emulare i "compagni", di lui più grandi. Tauro ha confermato la dinamica degli episodi di violenza, sulla falsariga di quanto dichiarato da Cassone, affermando anche che il ragazzino sarebbe stato in qualche maniera consenziente su certi episodi. Adesso probabilmente verrà richiesto un incidente probatorio per attestare con maggiore precisione, le eventuali responsabilità degli indagati.

Il ragazzino, evidentemente traumatizzato dall'accaduto, non ha denunciato il fattaccio ma i tre "bulli" sono stati "traditi" proprio da quel video. Il filmato, infatti, è arrivato tra le mani di una compagna di classe del 13enne, la quale ha provveduto a parlarne con la madre e poi con il Dirigente Scolastico dell’istituto che frequentavano. Da qui è partito un esposto con le conseguenti indagini che hanno portato a rintracciare gli autori. A collaborare in maniera definitiva è stato lo stesso 13enne, il quale, dopo aver superato il suo stato d’animo che lo avevo persino portato ad assentarsi per giorni da scuola, ha deciso di indicare i nomi dei suoi aggressori. Assistita dall’avvocato Cosimo Casaluci, la madre prende allora coraggio e denuncia l’episodio di bullismo subito dal figlio.