Muove i primi passi l'inchiesta sulla presunta "colpa medica" per il feto venuto alla luce già morto. Il pubblico ministero di turno, Stefania Mininni, ha disposto attraverso i Carabinieri di Tricase l'acquisizione delle cartelle cliniche e provveduto all'identificazione del personale medico che ha assistito la donna presso l'Ospedale "Panico", durante i cinque giorni di ricovero.
Il pm ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di due medici con l'accusa di "procurato aborto". Nella giornata di domani dovrebbero comunque essere notificati ulteriori avvisi di garanzia.
Naturalmente si tratta di un atto dovuto in vista dell'esame autoptico sul feto. Soltanto dopo l'esecuzione dell'autopsia si potranno così avere le prime risposte su questa tragedia e dunque sarà possibile capire se ci siano state negligenze e responsabilità da parte del personale medico.
Ricordiamo che ieri mattina, infatti, presso l'Ospedale "Panico"di Tricase, i medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia hanno estratto a seguito di parto cesareo, il feto morto di un neonato. Gli inquirenti hanno avviato le indagini, a seguito della denuncia presentata presso i Carabinieri dal papà, un 36enne del posto, subito dopo avere appreso la tragica notizia. La compagna, una ragazza di Tricase di 25 anni, alla 27esima settimana di gravidanza, era stata ricoverata sei giorni fa, presso il nosocomio del suo paese per delle perdite di liquido amniotico.
I medici, secondo quanto riportato dall'uomo in sede di denuncia, avrebbero rassicurato la coppia circa le condizioni del nascituro e in merito al quadro clinico della paziente. Un primo esame strumentale eseguito nel pomeriggio di martedì scorso, aveva dato delle risposte positive. Invece, nelle prime ore della giornata di ieri, è arrivata la tragica notizia. L'ultimo tracciato effettuato dallo staff medico, avrebbe evidenziato la morte del feto. I medici avrebbero così provveduto ad eseguire un taglio cesareo per estrarre il corpicino oramai inerme.