Morì per le complicanze di una gastroscopia? Chiesta l’archiviazione per tre medici


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La Procura chiede l’archiviazione per tre medici indagati dopo la morte di una donna, deceduta a causa delle complicanze di una gastroscopia.

La richiesta è a firma del pubblico ministero Maria Vallefuoco e dovrà poi essere vagliata dal gip designato. Il pm ha disposto lo stralcio, soltanto per il medico che ha eseguito la gastroscopia e potrebbe avanzare nei suoi confronti una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo.

L’inchiesta, occorre ricordare, si è avvalsa della consulenza tecnica del medico legale Roberto Vaglio, incaricato dell’autopsia.

L’inchiesta

Ricordiamo che il marito della vittima, nei mesi scorsi, ha presentato una dettagliata denuncia, attraverso il legale Cosimo Miccoli, presso i carabinieri di Squinzano. Il difensore ha anche prodotto un’integrazione, chiedendo di verificare se al momento della gastroscopia, fossero state rispettate le linee guida per i pazienti afflitti da obesità.

Il decesso è avvenuto il 23 ottobre scorso, presso l’Ospedale “Vito Fazzi”, dove la donna era giunta in coma. La famiglia volle, però, che venisse fatta chiarezza su quanto avvenuto durante la gastroscopia effettuata presso un centro medico privato.

La Teresa Tramacere, dopo essersi rivolta ad uno specialista, aveva prenotato una visita presso la una clinica privata. Qui, doveva infatti sottoporsi allesame endogastroscopico, in vista di un successivo trattamento antiobesità in un ospedale fuori Provincia. Infatti, 19 ottobre scorso, si era recata con le proprie gambe, in compagnia del marito, per sottoporsi all’esame. Al termine della stessa, però, si sarebbe sentita male. Infatti, dopo circa 25 minuti sarebbe entrata in arresto cardiaco. A quel punto, si sarebbe reso necessario il trasporto durgenza presso il “Vito Fazzi” ed il ricovero in Rianimazione. La donna, giunta in gravi condizioni, dopo quattro giorni trascorsi in stato di coma, morì.