Duplice omicidio di Campi Salentina: Cippone e Perrino condannati all’ergastolo anche in Appello


Condividi su

Sarebbero gli autori dell'efferato duplice omicidio, avvenuto nelle campagne di Campi Salentina tre anni fa. La Corte di Assise di Appello ha confermato la condanna all'ergastolo per Mino Perrino e Francesco Cippone. Secondo l'accusa, i due imputati assieme a Franz Occhineri ammazzarono Luca Greco e Massimiliano Marino, il 10 marzo del 2013.
  
La Corte (Presidente Vincenzo Scardia) ha, dunque, accolto la richiesta del procuratore generale Nicola D'Amato che aveva invocato il carcere a vita con l'accusa di omicidio volontario, sia per Perrino quanto per Cippone. I giudici della Corte di Assise di Appello hanno però escluso l'aggravante della crudeltà, pur confermando quella della premeditazione.
  
Entrambi erano stati già condannati, il 23 febbraio del 2015, alla stessa pena in primo grado con giudizio abbreviato dal gup Vincenzo Brancato. Gli imputati sono assistiti dall'avvocato Ladislao Massari. I familiari di Greco e Marino, invece, si sono costituiti  parte civile con gli avvocati Elvia Belmonte e Giuseppe Lefons. Per loro, confermata in Appello, la maxi provvisionale disposta in primo grado ed il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede.
  
Ricordiamo che Franz Occhineri, difensore Antonio Savoia, ritenuto il complice di Perrino e Cippone, è stato condannato al carcere a vita dalla Corte di Assise, il 4 febbraio del 2016.
  
Secondo la ricostruzione degli inquirenti (le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce) Perrino e Occhineri sarebbero partiti assieme dalla casa del primo, in direzione località "Monticelli", dove si sarebbe consumato l'omicidio. I due avrebbero condotto Marino e Greco (arrivarono con la macchina del primo), presso una casa in costruzione nelle campagne di Campi Salentina, dove ad attenderli c'era anche Cippone. I tre amici avrebbero prima pugnalato Greco, con ben quindici fendenti ed esplodendogli poi contro anche un colpo di pistola e con la stessa arma avrebbero sparato diverse volte contro Marino. Successivamente, Perrino, Cippone ed Occhineri si sarebbero adoperati ad incendiare, in un luogo lontano da quello dell’omicidio, la Lancia Lybra di Massimiliano Marino.
  
I tre complici si sarebbero creati un alibi per le 17.00 (Occhineri avrebbe preso un caffè presso una stazione di benzina, mentre Perrino si sarebbe recato con il figlio a prendere un gelato). Riguardo l'operazione di occultamento di cadavere, sarebbe avvenuta nella tarda serata. Assieme al complice Luigi Tasco, avrebbero soppresso i cadaveri di Greco e Marino, trasportandoli in un’altra località e gettandoli in una cisterna colma d’acqua.
  
Il Pubblico Ministero Giuseppe Capoccia, già nella requisitoria del processo in abbreviato, aveva ritenuto "debole" il movente passionale, in base al quale l'omicida reo confesso, Perrino avrebbe agito spinto dalla gelosia per gli apprezzamenti e le avances di Marino, nei confronti di sua moglie ed ex compagna di Occhineri. Mentre Luca Greco avrebbe avuto solo il ruolo di scomodo testimone. Illuminanti, secondo il pm Capoccia, le parole di Tasco che avrebbe detto, in riferimento all'omicidio compiuto da Perrino, Cippone ed Occhineri, la frase "non coinvolgetemi nei cazzi vostri" che, interpretando il linguaggio criminale, si riferirebbe ad affari illeciti.