Una pericolosa associazione a delinquere dedita all’usura, all’esercizio abusivo del risparmio, a condotte estorsive, al riciclaggio, al reimpiego di denaro di provenienza delittuosa, nonchè alla turbativa d’asta.
È il quadro a "tinte fosche" che emerge dalle complesse indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, su delega della Procura della Repubblica, che come ricordiamo nella giornata di ieri, hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare, a carico di componenti di un gruppo criminale con base a Galatina, sequestrando beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.
Questa organizzazione criminale risulterebbe capeggiata da soggetti contigui ad esponenti di rango del clan mafioso Coluccia. In carcere sono finiti: Antonio Gianluca Notaro, 34enne, il padre Luciano Notaro, 70enne, Mario Notaro, 72enne fratello di Luciano, Luigi Nuzzaci, 65enne, Francesco Palumbo, 44enne residente a Melendugno, Italo Scudella, 76enne residente a Surbo, Luigi Sparapane, 57enne, ed il figlio Fabio Sparapane, 29enne. Ai domiciliari, invece, è stato ristretto Carlo Palumbo, padre di Francesco, di 80 anni, domiciliato ad Aradeo. In totale nel registro degli indagati risulterebbero iscritte 26 persone.
Tra gli episodi più eclatanti, ci sarebbe anche la turbativa di una gara di appalto riguardante l'aggiudicazione di un servizio di mensa scolastica. Infatti, gli indagati Maria Luce Maglio, funzionario incaricato alla Pubblica Istruzione, Maria Antonica, istruttore direttivo amministrativo addetto all’ufficio economato e Angelo Calabretti, dirigente del secondo settore, tutti impiegati presso il Comune di Galatina avrebbero agevolato la “D&B di Notaro Maria Rosaria”, intestata alla moglie di Luigi Sparapane. L'azione criminosa veniva eseguita grazie ad alcuni "trucchetti": Sparapane su suggerimento di Maglio e Calabretti, modificava l'offerta inizialmente presentata, altrimenti inammissibile, in merito ai prodotti proposti, alle grammature ed ai prezzi.
Dalle intercettazioni telefoniche tra Maglio e Sparapane, emergerebbe, ad esempio, come taluni prodotti "difettassero" nel prezzo
La Guardia di Finanza, poi, si è soffermata sulla partecipazione di alcuni indagati, a numerose procedure di esecuzione immobiliare presso il Tribunale di Lecce. Infatti il Palumbo risulterebbe proprietario di numerosi immobili, acquistati di regola- tramite "prestanome", alle "aste indette dal Tribunale di Lecce".
Emergerebbe, inoltre, che una parte degli importi provengano dal conto corrente di Luigi Nuzzaci, considerato il "custode" dei proventi illeciti del clan. La consegna di titoli riconducibili alle illecite attività degli altri sodali al Nuzzaci sarebbe una costante e questi si adopererebbe al riciclaggio dei proventi illeciti del clan. Per spiegarsi i due utilizzano spesso un linguaggio criptico <quando vai …chiamami….passa di qua….Che ti dico io dove andare a prenderli…gli orologi…li ha lasciati là ……>.