Altro decesso di un anziano proveniente dalla rssa “La Fontanella” di Soleto.
Un 87enne di Galatina è morto nella notte, al Dea di Lecce. L’uomo, nelle scorse ore, era risultato positivo al covid-19.
Dunque, le vittime, tra gli anziani pazienti provenienti dalla Rssa di Soleto, sono diventate 18.
Intanto, si è svolta nella mattinata di ieri, l’ispezione disposta dal Ministero della Salute, presso la residenza socio sanitaria assistenziale.
È stata adottata la modalità da “remoto”, nel rispetto delle misure di sicurezza anti contagio da covid-19. I carabinieri del Nas di Lecce, collegati in videoconferenza da una zona protetta della struttura sanitaria (dove sono ancora presenti una ventina di ospiti), sono entrati in contatto telematico con gli ispettori del Ministero della Salute e con la Direzione Generale dell’Asl di Lecce.
Si tratta di un’indagine amministrativa che servirà ad accendere un faro sul presunto stato di abbandono della struttura, prima che la gestione fosse sottoposta al controllo dell’Asl, dunque nell’arco di tempo compreso tra sabato 21 e giovedì 26 marzo.
Intanto, occorre ricordare che, tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati nell’inchiesta penale aperta dalla Procura di Lecce. Si tratta di: Federica Cantore, direttrice della struttura; Don Vittorio Matteo, in qualità di amministratore delegato della rssa e Catello Mangione, responsabile sanitario.
Le accuse sono: “abbandono di persone incapaci” e “diffusione colposa di epidemia”. Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Alberto Santacatterina, con il coordinamento del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ed in questi giorni sono confluiti sul tavolo della Procura, numerosi esposti dei familiari dei pazienti contagiati o deceduti.
L’ultimo in ordine di tempo, è stato presentato in Procura dai familiari di una 86enne di Lecce, proveniente dalla casa di riposo “La Fontanella” e deceduta il 3 aprile al Dea. La denuncia è stata presentata dal figlio della vittima, attraverso l’avvocato Giancarlo Dei Lazzaretti. Viene sostenuto che l’anziana leccese era arrivata al Fazzi il 29 marzo, in condizioni di estrema disidratazione e con una piaga da decubito. Nell’esposto, vengono poi evidenziate, le difficoltà a mettersi in contatto con lei e lo stato di abbandono in cui versava la rssa.