Nascose il feto morto nell’armadio, archiviata l’indagine su una rumena: ‘non ha abortito illegalmente’


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Non avrebbe commesso alcun reato di "procurato aborto", cosicché la posizione di una 42enne rumena è stata archiviata dal giudice. La donna era stata iscritta nel registro degli indagati, come atto dovuto in vista dell'autopsia, dal sostituto procuratore Stefania Mininni. L'esame eseguito dal medico legale Roberto Vaglio avrebbe evidenziato come si fosse trattato di "aborto spontaneo per cause infettive polmonari al secondo trimestre di sviluppo in feto con verosimili alterazioni cromosomatiche".
 
Il pubblico ministero Mininni ha, dunque, rilevato che nessuna responsabilità sia ascrivibile all'indagata e nemmeno ai medici che la visitarono e ha chiesto l'archiviazione del procedimento. L'istanza è stata accolta dal gip Simona Panzera, poiché non vi sono elementi utili per sostenere l'accusa in giudizio.
 
Dunque la 42enne rumena, difesa dall'avvocato Luigi Ingrosso, non avrebbe abortito illegalmente, anche se poi nascose il feto in un armadio.
 
I primi accertamenti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Campi, portarono alla luce una vicenda poco chiara. La donna, nella notte di venerdì 29 maggio 2015 mentre si trovava a Guagnano, presso l'abitazione dell'anziana donna che accudiva, avrebbe richiesto l'intervento dei sanitari del 118 per una grave emorragia; una volta ricoverata presso l'Ospedale di Copertino, i medici che la ebbero in cura, riscontrarono delle anomalie. Si accorsero, infatti, durante la visita che la donna aveva da poco tempo partorito, allertarono i Carabinieri di Campi per eseguire dei controlli.
 
Gli uomini dell'Arma ispezionarono la casa di Guagnano presso cui 42enne rumena lavorava come badante e fecero una macabra scoperta: un feto morto conservato in un armadio.