
Avrebbe abortito illegalmente, nascondendo il feto in un armadio della casa dell'anziana donna, presso per cui lavorava come badante a Guagnano e con l'ipotesi di reato di "aborto procurato", una 40enne risulta indagata.
Il Sostituto Procuratore Stefania Mininni, dopo gli accertamenti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Campi ha proceduto con l'iscrizione nel registro degli indagati di una donna rumena, ma residente a Francavilla Fontana ed ha disposto l'autopsia sul feto morto. Questa mattina, il Pm ha difatti, conferito l'incarico al medico legale Roberto Vaglio che eseguirà l'esame autoptico, giovedì 5 giugno presso l'Ospedale "Vito Fazzi", riservandosi di consegnare i risultati entro 60 giorni.
La 40enne rumena, nella notte di venerdì 29 maggio, mentre si trovava a Guagnano presso l'abitazione dell'anziana donna che accudiva, avrebbe richiesto l'intervento dei sanitari del 118 per una grave emorragia; una volta ricoverata presso l'Ospedale di Copertino, i medici che l’hanno avuta in cura, riscontrarono delle anomalie. Essi, infatti, accertandosi nel corso della visita, che la donna aveva da poco tempo partorito, allertarono i Carabinieri di Campi Salentina per eseguire alcuni accertamenti. Gli uomini dell'Arma allora ispezionarono la casa di Guagnano presso cui ella lavorava come badante e fecero una macabra scoperta: un feto morto conservato in un armadio.
Adesso sarà compito del medico legale far luce sulle le cause del parto e accertare se il feto fosse nato vivo oppure morto. Inoltre l'autopsia dovrà aiutare a stabilire, a che punto fosse la gravidanza ed eventualmente in quale data fosse avvenuta l'espulsione del feto.
Una volta chiarite queste circostanze, sarà possibile capire meglio, le eventuali responsabilità della partoriente e di altre persone. In base alle “norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”, il Sostituto Procuratore Mininni, dunque, dovrà accertare se la donna abbia cagionato l'aborto, con l'aiuto di personale medico di una struttura sanitaria o di un consultorio, al di fuori del termine di 90 giorni, stabiliti dalla legge oppure, caso più grave, se l'interruzione della gravidanza "non" sia stata procurata, da un medico del servizio ostetrico-ginecologico, ma da qualcun altro, in nessun caso previsto dalla legge, autorizzato a farlo.
La donna, difesa di ufficio dall'avvocato Luigi Ingrosso, verrà dimessa tra oggi e domani dall'Ospedale di Copertino dove è tuttora ricoverata.