Omicidio di Ivan Regoli nelle campagne di Matino: condannato a 15 anni Cosimo Mele


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Si conclude con la condanna a 15 anni di reclusione per Cosimo Mele il processo, con rito abbreviato, sull'omicidio di Ivan Regoli. Il Gup Alcide Maritati ha emesso la sentenza. Il giudice ha tenuto conto delle attenuanti generiche e dell'esclusione delle aggravanti dei futili e abietti motivi. Inoltre, ha disposto una provvisionale per le parti civili. Nello specifico: 35mila per il figlio; 25mila euro in favore di madre, padre e fratello; 10mila euro per la moglie. Infine, anche un risarcimento del danno di 2.500 euro verso l'Associazione "Penelope" (che si occupa delle famiglie degli scomparsi). Tutti erano difesi dagli avvocati Francesco Piro, Fabrizio Ferilli, Francesca Conte, Maria Greco e Gennaro Gadalena del Foro di Roma,
 
Nell'udienza del 5 aprile scorso, la requisitoria del procuratore aggiunto Antonio De Donno si era conclusa con la richiesta di condanna a 30 anni. Mele rispondeva di omicidio volontario aggravato dai futili e abietti motivi ed occultamento di cadavere. Il pubblico ministero non ha tenuto conto delle attenuanti generiche ed ecco il perché di una richiesta di pena così alta.
 
Il dr. De Donno, pur tenendo in considerazione la confessione di Mele, ha sottolineato come questa sia avvenuta successivamente al ritrovamento del cadavere.

Invece, l'avvocato Gabriella Mastrolia ha ribadito, nell'udienza scorsa, come Mele avrebbe "perso la testa" in quei concitati minuti, ma non avesse intenzione di ammazzare Regoli. Inoltre, la sua confessione del 21 febbraio 2015 sarebbe stata "genuina". L'uomo ha rilasciato dichiarazioni che avrebbero trovato un pieno riscontro negli atti d'indagine precedenti. Ragion per cui e considerando il suo stato d'incensuratezza, il legale ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche. L'avvocato Mastrolia ha anche invocato l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi.
 
Il brutale omicidio si consumò nel settembre di cinque anni fa, in una località di campagna alla periferia di Matino. Mele avrebbe ammazzato Regoli colpendolo violentemente con un tubo metallico per poi gettare il cadavere in un pozzo situato in campagna. Il 35enne avrebbe agito da solo, senza l'aiuto o la copertura di complici, sia nella preparazione che nell’esecuzione dell'assassinio.
 
I resti del corpo di Regoli furono ritrovati il 1° agosto dell'anno scorso, all'interno del pozzo. Le cimici piazzate nella macchina dell’uomo consentirono di chiudere il cerchio attorno a lui.
  
Il 21 febbraio scorso, invece, sempre prima dell'arresto, al termine di un lungo interrogatorio Mele, è definitivamente "crollato". «Ho perso la testa, è stato frutto dell’impulso del momento. Non volevo ucciderlo» ha dichiarato. Si è poi giunti all'interrogatorio di garanzia di fronte al Gip Gallo, in cui l'uomo ha confermato quello che già aveva affermato alla presenza di De Donno.
   
Mele ha dichiarato che Regoli gli chiedeva insistentemente soldi. Dopo i suoi "rifiuti", presso la campagna dove fu poi ritrovato il corpo si verificarono dei piccoli danneggiamenti e furti, di cui secondo il reo-confesso era responsabile proprio Regoli.