Omicidio Ivan Regoli: chiesti 30 anni di carcere per Cosimo Mele

Mele risponde di omicidio volontario aggravato dai futili e abietti motivi ed occultamento di cadavere. Il brutale omicidio si consumò nel settembre di cinque anni fa, in una località di campagna alla periferia di Matino.

Si conclude con la richiesta a 30 anni di reclusione per Cosimo Mele la requisitoria del procuratore aggiunto Antonio De Donno sull'omicidio di Ivan Regoli. L'uomo risponde di omicidio volontario aggravato dai futili e abietti motivi ed occultamento di cadavere.
 

Il pubblico ministero non ha tenuto conto delle attenuanti generiche ed ecco il perché di una richiesta di pena così alta. Il dr. De Donno, pur tenendo in considerazione la confessione di Mele, ha anche sottolineato come questa sia avvenuta successivamente al ritrovamento del cadavere.
 
La prossima udienza del processo che si sta celebrando in abbreviato dinanzi al gup Alcide Maritati e fissata per il 12 aprile, prevede la discussione delle parti civile e della difesa. Il pm si è comunque riservato la possibilità di tenere eventuali repliche dopo che avranno preso la parola i difensori di Mele, Gabriella Mastrolia e Ugo Marinucci del Foro di L’Aquila.

Nell'udienza preliminare scorsa, la madre, i due fratelli e la ex compagna di Regoli e l'Associazione "Penelope" (che si occupa delle famiglie degli scomparsi) si sono costituiti parte civile, avanzando una maxi richiesta di risarcimento. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Piro, Fabrizio Ferilli, Francesca Conte e Gennaro Gadalena del Foro di Roma.

Ricordiamo che il brutale omicidio si consumò nel settembre di cinque anni fa, in una località di campagna alla periferia di Matino. Mele avrebbe ammazzato Regoli, colpendolo violentemente con un tubo metallico per poi gettare il cadavere in un pozzo situato in campagna. Il 35enne avrebbe agito da solo, senza l'aiuto o la copertura di complici, sia nella preparazione che nell’esecuzione dell'assassinio. Inizialmente, venne indagato anche lo zio dell’assassino, un 44enne di Parabita. I resti del corpo di Regoli furono ritrovati il 1° agosto dell'anno scorso, all'interno del pozzo. Le cimici piazzate nella macchina dell’uomo consentirono di chiudere il cerchio attorno a lui.
 
Il 21 febbraio scorso, invece, sempre prima dell'arresto, al termine di un lungo interrogatorio Mele è definitivamente "crollato" «Ho perso la testa, è stato frutto dell’impulso del momento. Non volevo ucciderlo» ha dichiarato.
Si è poi giunti all'interrogatorio di garanzia di fronte al Gip Gallo, in cui l'uomo ha confermato quello che già aveva affermato alla presenza di De Donno. Mele ha detto che Regoli gli chiedeva insistentemente soldi. Dopo i suoi "rifiuti", presso la campagna dove fu poi ritrovato il corpo, si verificarono dei piccoli danneggiamenti e furti, di cui secondo il reo-confesso era responsabile proprio Regoli. 



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