Operazione Ali babà, dopo i domiciliari scattano le manette per un 48enne di Taviano


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È stato “beccato” fuori da casa sua, in regime di arresti domiciliari. Nella giornata di ieri a finire in manette è stato Fabio Nobile di Taviano, condannato a luglio dell’anno scorso. Il 48enne, infatti, era uno dei principali imputati dell’inchiesta Ali babà, operazione relativa ad una organizzazione specializzata in furti seriali. L’uomo è stato identificato fuori dalla propria abitazione nel tardo pomeriggio dei 21 luglio, mentre parlava con persone esterne al suo nucleo familiare. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Lecce nella giornata di ieri per il reato di “evasione”.

L’operazione Ali babà: i fatti

Grazie alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Casarano, gli associati finiti poi sotto processo avevano realizzato in pochi mesi una serie di furti. Tra la fine del 2015 e la prima metà del 2016, infatti, la serie di furti contava circa 250 colpi messi a segno.

Tra gli oggetti maggiormente trafugati ci sono condizionatori d’aria, elettrodomestici, attrezzi agricoli giare nuove o antiche in terracotta, biciclette, televisori e ogni altra cosa ritenuta utile alla rivendita sul mercato ad acquirenti compiacenti o precedenti proprietari.

I territori più colpiti sono risultati essere il comune di Taviano e la marina di Mancaversa, il comune di Racale e la marina di Torre Suda e quelle limitrofe; il comune di Ugento e le relative marine oltre ai paesi confinanti situati lungo la fascia costiera ionica in direzione del Capo di Leuca e anche verso i paesi vicini alla città di Lecce.

La condanna per Nobile è arrivata a luglio 2018, insieme a Gianfranco Schito, 46 anni di Taviano, e Zakaria Kadim, 27enne nato a Casablanca e residente a Taviano, tutti presunti capi dell’associazione a delinquere che hanno patteggiato la pena. Altre otto persone sono finite sotto processo lo scorso maggio 2019, tutti di Taviano.