Droga a fiumi per le piazze locali dello spaccio e tante armi. In mattinata, è arrivata la sentenza relativa all’operazione investigativa “Tajine”.
Il gup Michele Toriello, al termine del giudizio abbreviato, ha condannato: Antonio Cosimo Drazza, 37enne di Copertino difeso dall’avvocato Francesca Conte, alla pena di 9 anni (il pubblico ministero Carmen Ruggiero ha invocato la pena di anni 20), ma è caduta l’accusa di capo promotore.
E ancora Giovanni De Mitri, 67enne di Lecce difeso dall’avvocato Loredana Pasca, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi (chiesti 15 anni). Abderrazak Hachouch, 49enne di origini marocchine, conosciuto da tutti come “Antonio” a 10 anni (invocati 20 anni), assistito dall’avvocato Raffaele Benfatto. Anche nei suoi confronti è caduta l’accusa di capo promotore ed è stato assolto per nove capi d’imputazione.
Giacomo Mastrapasqua, 43enne di Bisceglie, a 3 anni (chiesti 15 anni). Cosimo Albanese, 65enne di Veglie alla pena di 6 anni (12 anni). Condanna ad 1 anno ed 8 mesi per Salvatore Cagnazzo, 44enne di Leverano (chiesti 12 anni). 2 anni per Abdelkhalek Antra, chiamato da tutti “Hmida”, 44enne marocchino (12 anni).
Il gip Toriello haassolto pienamente Francesco Vantaggiato, 31enne di Nardò, difeso dal legale Carlo Gervasi (il pm aveva chiesto 6 anni di reclusione). Per l’uomo, militare dell’esercito che era stato sospeso dal servizio, è stata revocata la misura cautelare.
La sentenza del giudice ha dunque ridimensionato le accuse, poiché è caduta l’accusa più grave di associazione a delinquere, per la quale erano state formulate richieste di condanna molto pesanti.
Gli imputati sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”, in relazione a molti capi d’imputazione. I reati contestati dalla Procura erano di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Stefano Prontera, Stefano Pati, Luigi Rella, Walter Zappatore, Francesco Fasano e Nicola Caroli.
Il blitz
Era stato scelto il nome di un tipico piatto marocchino, «Tajine», per denominare l’operazione che ha permesso di sgominare l’organizzazione italo-marocchina che ha legato il Marocco, la Calabria e il Salento, ultima tappa del viaggio della droga.
L’hashish, grazie all’intermediazione fornita da Hachouch, arrivava dal Marocco, passando dalla Spagna. La cocaina, invece, seguiva un’altra strada tutta italiana, grazie ad alcuni contatti che Drazza intratteneva con soggetti di origine calabrese.
Durante il blitz sono stati sequestrati 2 chili di cocaina, 20 di hashish, 2 di marijuana e diverse armi: una carabina, un revolver, una pistola semiautomatica, un silenziatore, un fucile calibro 12 a canne mozze, 200 proiettili di vario calibro e 2 detonatori.
L’indagine, condotta dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce, si è conclusa con l’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 25 indagati.