Operazione antidroga ” Tajine”: rimane in carcere la “mente” del gruppo

Il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare in carcere per Antonio Cosimo Drazza. Nelle settimane scorse, gli indagati arrestati, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere .

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Rimane in carcere, una delle ‘menti’ del gruppo sgominato nell’ambito dell’operazione antidroga “Tajine” .
Il Tribunale del Riesame ( Presidente Silvio Piccinno, relatore Maria Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto) ha confermato la misura emessa dal gip Antonia Martalò, per Antonio Cosimo Drazza, 36enne originario della Germania, ma residente a Copertino. Il suo legale Francesca Conte aveva proposto ricorso al Riesame, chiedendo l’annullamento della misura.

Nelle settimane scorse, gli indagati arrestati, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere . Oltre a Drazza sono finiti in carcere: Giovanni De Mitri, nativo di Lecce, 67enne; Abderrazak Hachouch, detto “Antonio”, originario di Ouled Arif (Marocco), 49enne; Giacomo Mastrapasqua, originario di Bisceglie, 43enne; Cosimo Albanese, vegliese 65enne;
Non solo, anche Francesco Vantaggiato, nativo di Nardò, 31enne; Salvatore Cagnazzo, leveranese, 44enne; Abdelkhalek Antra, alias “Hmida”, marocchino, 44enne, ristretti ai domiciliari. Al momento risulta irreperibile un altro destinatario dell’ordinanza, Aziz Hamdi, anch’egli marocchino, 39enne.

Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesca Conte, Carlo Gervasi , Francesco Fasano, Giancarlo Dei Lazzaretti, Nicola Caroli.

È stato scelto il nome di un tipico piatto marocchino, «Tajine», per denominare l’operazione che ha permesso di sgominare un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un’organizzazione italo-marocchina che ha legato con un filo rosso il Marocco, la Calabria e il Salento, ultima tappa del viaggio della droga. Ne arrivava a fiumi per rifocillare le piazze dello spaccio locale: cocaina, hashish, ma anche marijuana. Il blitz, condotto dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce, si è concluso con l’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare e 25 indagati.

Le accuse

I reati contestati, in concorso tra loro, a vario titolo ed in diversa misura, sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

Le indagini

“Dai pesci piccoli si è arrivati al vertice”. Questo è accaduto durante le indagini della Squadra Mobile che hanno consentito di scoprire come era strutturata l’organizzazione. Ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti giungevano nel Salento. L’hashish, grazie all’intermediazione fornita da Hachouch, arrivava dal Marocco, passando dalla Spagna. La cocaina, invece, seguiva un’altra strada tutta italiana, grazie ad alcuni contatti che Drazza intratteneva con soggetti di origine calabrese.

Durante il blitz, scattato nel dicembre scorso, sono stati sequestrati 2 chili di cocaina, 20 di hashish, 2 di marijuana e diverse armi: una carabina, un revolver, una pistola semiautomatica, un silenziatore, un fucile calibro 12 a canne mozze, 200 proiettili di vario calibro e 2 detonatori.

Alle fasi operative delle esecuzioni delle ordinanze cautelari svoltesi in nottata, hanno concorso numerose pattuglie del locale Reparto Prevenzione Crimine, unità cinofile e personale delle Squadre Mobili di Bari, Brindisi e Novara.