Arriva una condanna a 4 anni ed 8 mesi, per uno dei tre aggressori di un 33enne di Porto Cesareo, picchiato a sangue, umiliato e lasciato nudo a terra, agonizzante.
Kevin Soffiatti, 19enne di Porto Cesareo, al termine del rito abbreviato, dinanzi al gup Giovanni Gallo, è stato ritenuto colpevole dei reati di tortura (reato recentemente introdotto nell’ordinamento italiano), sequestro di persona, lesioni personali, minacce, violenza privatae porto abusivo di arma da fuoco. È difeso dai legali Ladislao Massari e Cosimo D’Agostino che hanno chiesto la riqualificazione dei reati più gravi.
Il giudice ha, inoltre, disposto il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede e una provvisionale di 8mila euro per la vittima della brutale aggressione, la moglie e la bambina che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Riccardo Giannuzzi.
In precedenza, il pubblico ministero Roberta Licci, titolare dell’inchiesta, ha invocato per Soffiatti la condanna a 5 anni ed 8 mesi.
A processo i complici
Invece, sono già finiti sotto processo gli altri due complici. Il giudice Gallo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: Lorenzo Cagnazzo, 27enne di Porto Cesareo e Maikol Pagliara, 27enne di Arnersano. Dovranno presentarsi, il 6 luglio prossimo dinanzi ai giudici in composizione collegiale. Sono assistiti dagli avvocati Ivan Feola e Gabriele Valentini.
Arrivare ai tre non è stato facile. Gli uomini in divisa hanno unito le parziali ammissioni della vittima, terrorizzata e ancora confusa dall’accaduto, le telecamere di video-sorveglianza istallate nella zone e alcune preziose testimonianze che hanno permesso di risalire all’auto usata per spostarsi.
I tre imputati sono tutt’ora detenuti in carcere (Pagliara nel penitenziario di Bari, per delicate condizioni di salute).