Remetior bis, chiesta nuovamente la condanna per il presunto capo Salvatore Caramuscio


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Chiesti circa 80 anni di carcere, per i dieci imputati del processo d'appello “Remetior bis”.

Nell’aula bunker di Borgo San Nicola, il procuratore generale Ennio Cillo ha invocato la condanna in continuazione con i precedenti reati commessi, per Salvatore Caramuscio, 46enne di Surbo; 6 anni per Cristian Lazzari, 30enne di Trepuzzi.

Confermate le richieste di condanna a 14 anni per Marianna Carrozzo, 37enne; 8 per Daniele Longo, 32enne; 10 per Andrea Perrone detto “Leonzio”, 22enne; 8 per Marco Perrone alias “Pitenda”, 22ennee Salvatore Perrone, detto “Friculino”, 47enne; 8 per Cosimo Spagnolo alias “Mimì e Mimino”, 44enne ; 10 per Angelo Vincenti, 22enne (tutti di Trepuzzi); 8 per Andrea Vincenti detto “Riella”, 22enne di Surbo; 2 anni per Stefano De Lorenzis, alias “Catacumba”, 23enne di San Pietro Vernotico. Il processo è stato aggiornato al 22 aprile, quando prenderanno la parola, quattro difensori.

Ricordiamo che nel processo di primo grado, conclusosi nel novembre di due anni fa, vi furono diversi "colpi di scena". Il gup Giovanni Gallo assolse Salvatore Caramuscio, difeso dall'avvocato Pantaleo Cannoletta e Cristian Lazzari, difensore Marco Pezzuto. Anche per gli altri imputati, vi fu un" ridimensionamento" delle pene, poiché l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti venne solo parzialmente riconosciuta.

Infatti, il pm Alessio Coccioli fece ricorso in Appello, in merito all'assoluzione di Caramuscio e Lazzari, mentre alcuni difensori lo presentarono per i propri assistiti. Nell'udienza odierna, invece, il Pg Cillo si è soffermato sulle prove di appartenenza degli imputati, all'associazione mafiosa.
 
Inizialmente, furono ben quindici le misure cautelari eseguite peri reati di: associazione per delinquere di stampo mafioso, rapina a mano armata, detenzione e porto abusivo d’armi, lesione personale, furto, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento personale. I provvedimenti furono emessi dal gip del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Lecce, Alessio Coccioli, e del procuratore aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi.
 
Come nell’operazione Remetior, secondo l'accusa, al vertice della struttura si sarebbe collocato il boss Caramuscio che avrebbe svolto dal carcere le operazioni di coordinamento del gruppo. Compiti analoghi per Marianna Carrozzo, la compagna di Leandro Luggeri, ristretto in cella e presunto referente del Caramuscio.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati, Pantaleo Cannoletta, Giovanni e Marco Pezzuto, Ladislao Massari, Luigi Rella,Giancarlo Dei Lazzaretti, Paolo Cantelmo, David Alemanno.