Operazione Remetior: 19 arresti tra Surbo, Squinzano e Trepuzzi

Compiuta alle prime ore dell’alba dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce un’importante operazione in materia di associazione a delinquere di stampo mafioso. Arrestati volti noti alle forze dell’ordine che agivano nella zona di Surbo,Squinzano e Trepuzzi

Ha portato all'arresto di 19 soggetti in parte nuovi e in parte già conosciuti alle Forze dell'Ordine, facenti capo alla zona di Surbo, Squinzano e Trepuzzi, l'operazione Remetior condotta dalla  squadra Mobile della Questura di Lecce, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine e con il Reparto Volo della Polizia di Stato. Associazione mafiosa, estorsione, usura, gestione di bische clandestine, destinazione abusiva di armi da fuoco, traffico di stupefacenti, sono stati i motivi per i quali i soggetti sono stati destinatari di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Lecce.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce e condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, avevano preso le mosse dalle ricerche finalizzate alla cattura del pericoloso pregiudicato Salvatore Caramuscio, 42enne di Surbo, condannato all'ergastolo per omicidio volontario e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Caramuscio era stato uno degli esponenti più attivi del clan mafioso capeggiato dal noto pregiudicato Filippo Cerfeda, divenuto poi collaboratore di giustizia. Nonostante durante la sua detenzione il Caramuscio fosse stato sottoposto al regime del 41 bis, appena rimesso in libertà ha subito ripreso il controllo del sodalizio, stringendo alleanze con esponenti di altre frange della criminalità organizzata salentina.

A causa delle particolari modalità violente e intimidatorie attuate dal Caramuscio nel corso della latitanza, era stato inserito nell'apposito elenco del Ministero dell'Interno dei 100 latitanti più pericolosi.
L'articolata attività informativa e investigativa iniziata nel marzo 2009, ha consentito di individuare alcuni fiancheggiatori di Salvatore Caramuscio, tra i quali la moglie Simona Sallustio 41enne di Lecce, il fratello Antonio Caramuscio 37enne di Surbo e il pregiudicato Giosuè Primiceri, detto Gegè 49enne di Trepuzzi, che coadiuvavano la gestione dell'attività criminale anche durante il suo arresto.
Nel corso dell'operazione, infine, sono stati sequestrati beni e immobili per un valore complessivo di 400-500 mila euro.



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