I parenti degli anziani ospiti della Rssa ‘La Fontanella’ presentano altri due esposti. In queste ore si sono rivolti ai Carabinieri di Soleto e gli atti verranno a breve trasmessi in Procura.
Due famiglie, assistite dall’avvocato Carlo Gervasi, a seguito delle vicende apparse sulla stampa locale, chiedono alla magistratura di fare chiarezza soprattuto su quanto accaduto all’interno della casa di riposo, prima che la gestione fosse sottoposta al controllo dell’Asl.
Nei due esposti contro “La Fontanella” viene ipotizzato non solo il reato di abbandono di persona portatrice di handicap, ma anche la mancata assistenza da cui sono derivati maltrattamenti.
Il primo esposto: lo scambio di persona
L’esposto è stato presentato dal figlio di una centenaria di Galatina. L’uomo lamenta che, per tutta la giornata del 21 marzo, i parenti degli anziani ospiti hanno chiamato la Rssa ‘La Fontanella’ ma non hanno ricevuto alcuna risposta.Solo il 28 marzo, i familiari sono riusciti a sapere, per interposta persona, che l’anziana signora era stata ricoverata presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, nel reparto infettivi. Domenica 29 marzo, dopo vari tentativi, i parenti sono riusciti a parlare con una dottoressa, la quale ha riferito della presenza di un’evidente polmonite, con insufficienza respiratoria.
In realtà, il giorno dopo, un altro medico ha precisato che c’era stato uno scambio di persona e la signora non era mai arrivata in ospedale. In effetti, la centenaria si trovava ancora presso la casa di riposo di Soleto. Contattati in videochiamata, i parenti hanno visto la madre distesa in un letto, che non li riconosceva e non parlava.
E nella giornata del 31 marzo la figlia ha ricevuto una telefonata da parte di un responsabile de “La Fontanella” che comunicava che la madre era stata trasferita al “Vito Fazzi” in quanto le sue condizioni di salute si erano aggravate. Contattato l’ospedale, veniva riferito che la paziente era stata trasferita nel reparto infettivi del DEA, in quanto risultava positiva al Covid 19 e che le condizioni erano pessime. In serata, veniva comunicato il decesso della centenaria.
L’aspetto paradossale della vicenda, è che il giorno dopo, mentre la ditta per le onoranze funebri era a Lecce, presso il “Vito Fazzi” per ritirare la salma, la figlia riceveva una videochiamata da un operatore de “La Fontanella”. Questi le comunicava che la stava mettendo in contatto con la madre. La figlia incredula credendo, che si fosse trattato di un nuovo errore di persona, acconsentiva alla videochiamata, ma la persona che veniva indicata come sua madre, era in realtà una sconosciuta.

Il secondo esposto: mancanza di assistenza e di adeguate cure
Nell’esposto presentato dalle tre nipoti di una 86enne di Galatina vengono sottolineate la mancanza di assistenza e di cure adeguate, ma anche le gravi difficoltà nel riuscire ad avere sue notizie. Nell’atto vengono ricostruiti i fatti e le presunte responsabilità dei gestori de “La Fontanella”. Anzitutto, le nipoti sostengono che dopo il primo caso di contagio del 21 marzo, hanno avuto grosse difficoltà ad avere contatti con la struttura e con la propria parente.
Solo il 1° aprile sono riuscite a videochiamare e la zia era apparsa fortemente debilitata; riusciva solo a dire che da giorni non riceveva un’adeguata terapia e che non passava mai nessuno per l’assistenza e le cure mediche. Intanto, il 3 aprile, viene comunicato ufficialmente dall’Asl che l’86enne è positiva al Covid-19. Ed il giorno dopo le nipoti vengono a sapere che è ricoverata d’urgenza a Lecce per crisi respiratoria e disidratazione. Il giorno 5 aprile, invece, viene detto loro, che la zia non ha sintomi compatibili col reparto Covid -19 e presto sarà dimessa. In realtà, il 7 aprile, contattato il reparto infettivi, il medico riferiva che la donna era in condizioni critiche, con fibrillazioni e necessità di ossigeno.
L’inchiesta: abbandono di persone incapaci
Vanno avanti intanto le indagini sulla situazione emergenziale all’interno della casa di riposo “La Fontanella” di Soleto. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti, è nelle mani del sostituto procuratore Alberto Santacatterina. L’ipotesi di reato è “abbandono di persone incapaci”.
A dare il via alle indagini, le numerose segnalazioni dei parenti degli anziani ospiti della residenza socio sanitaria assistenziale che chiedono chiarezza sullo stato di abbandono della struttura. L’arco di tempo finito sotto la lente della Procura è quello compreso tra sabato 21 e giovedì 26 marzo, prima che la gestione fosse sottoposta al controllo dell’Asl.
Nei giorni scorsi è stato già depositato un primo esposto dall’avvocato Angela Rizzo, sempre presso la stazione dei carabinieri di Soleto, guidati dal comandante Gennaro Palmieri che hanno poi provveduto a trasmetterlo in Procura.
I legali de “La Fontanella”
Gli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna hanno depositato una relazione sul tavolo del pm per sostenere che “La Fontanella” non è stata abbandonata a se stessa, nel periodo finito sotto la lente della Procura. Dunque, i due legali ritengono che tra sabato 21 e giovedì 26 marzo, prima che la gestione fosse sottoposta al controllo dell’Asl, sarebbe stata garantita un’assistenza continua agli anziani ospiti.