Rubava le macchine e ricattava i proprietari, condanna a 9 anni per 70enne di Nardò


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Avrebbe prima rubato alcune macchine per poi ricattare i proprietari e arriva la sentenza di condanna per un 70enne di Nardò.
 
Il gup Stefano Sernia ha inflitto una pena di 9 anni a Salvatore Calignano, nel processo celebratosi con il rito abbreviato per sei episodi estorsivi (quattro tentati e due consumati) e vari furti. Il pubblico ministero Roberta Licci aveva chiesto una condanna a 8 anni, con la recidiva specifica infra-quinquennale. Invece, il difensore di Calignano, l'avvocato Paolo Cantelmo, nella discussione in aula, avrebbe evidenziato la mancanza di prove a carico del proprio assistito, poiché riteneva che i tabulati telefonici in cui verrebbe "nominato" Calignano, non costituissero una prova "schiacciante" di un suo coinvolgimento nella vicenda Egli aveva chiesto l'assoluzione" per non aver commesso il fatto" e comunque la concessione delle attenuanti generiche e l'esclusione della recidiva. Di fronte ad una sentenza così "dura", l'avvocato Cantelmo  potrebbe ricorrere in Appello.
 
Ricordiamo che il 19 novembre scorso, vennero condannati i due complici di Calignano. Anzitutto, Giovanni Maria Marra, il 45enne di Copertino a 11 anni ed 8 mesi, senza le circostanze attenuanti generiche per via della recidiva ed i precedenti penali, con l'accusa di furto, tentata e riuscita estorsione, danneggiamento. Condanna anche per Marco Amaranti, 39enne di Copertino, a 3 anni e 4 mesi, con applicazione delle recidiva, accusato di tentata estorsione e danneggiamento( richiesta una pena di anni 3 e mesi 6 ).
 
Una delle presunte vittime, che si sarebbe rifiutata di pagare per riavere la macchina, si è costituita parte civile con l'avvocato Fedele Rigliaco ed ha avanzato una richiesta risarcitoria di 50.000 euro.
 
I furti, in totale ben sei, sarebbero avvenuti in località diverse (Castrignano de Greci, Sannicola, Taviano, Alliste, Scorrano), con la cosiddetta tecnica del "cavallo di ritorno" tra gennaio e marzo 2014. Anzitutto Calignano e Marra avrebbero provveduto a rubare le macchine; successivamente sarebbe "scattata" l'estorsione (cifra oscillante tra i 1.000 ed i 2.500 euro), non sempre riuscita, ma a volte solo "tentata", per "riavere indietro" le auto. Quando le vittime delle richieste di denaro accettavano di pagare, il mezzo veniva fatto ritrovare e i soldi venivano lasciati nei pressi di un cassonetto a Sant'Isidoro di fronte a Jolly Mare. In una circostanza, Marra e Calignano si sarebbero avvalsi della complicità di Amaranti. I tre avrebbero avanzato le richieste estorsive nei confronti della vittima; di fronte al rifiuto di pagare, la vettura venne fatta ritrovare incendiata.
 

Gli inquirenti arrivarono ad individuare i colpevoli ed a ricostruire il quadro accusatorio, grazie alla denuncia di furto di una vittima, ma anche attraverso le intercettazioni telefoniche eseguite dai carabinieri di Maglie ed alla perizia fonica del consulente tecnico Luigina Quarta. Per i tre, fu disposto il giudizio immediato nell'aprile scorso, dal Gip Alcide Maritati su richiesta del pm Roberta Licci.