Ancora non c’è l’ufficialità ma c’è chi giura che già da domani tutto sarà definitivo, senza alcuna possibilità di ritorno su posizioni di pace, di unità, di sintesi.
Il centrodestra non ha trovato l’accordo e si presenterà a Gallipoli con due candidati diversi. Lo scontro tra fittiani e forzisti non si è dunque appianato e la sintesi su una candidatura comune è diventata impossibile. Il rischio di un effetto domino su tanti altri comuni della Puglia sembra essere però scongiurato.
Gallipoli anche in questo dimostra una sua unicità, una sua tipicità. Troppo esuberanti le personalità politiche che lo animano, difficile quindi l’irregimentazione in regole partitiche troppo rigide.
Così Giuseppe Perruccio sarà il candidato dei Conservatori e Riformisti (insieme ad una serie di liste che si stanno preparando, prime fra tutte quella dell’aspirante sindaco – Gallipoli Vogliamo – e di Noi con Salvini che di dialogare con Forza Italia dopo il botta e risposta con il senatore Vincenzo Barba proprio non ne vuole sentir parlare).
Sandro Quintana, invece, riceverà l’appoggio di Forza Italia, dell’Udc e della Dc insieme ad una serie di Civiche che si stanno già formando (Gallipoli Pulita, Svegliati Gallipoli, Destati Gallipoli, questi i nomi che iniziano a circolare). L’esponente centrista incassa soprattutto l’ok di Vincenzo Barba, prova a blindare e coagulare le tante anime del suo partito (Padovano, Caiffa, Ferilli, Piccinno) e tira dritto dopo la benedizione di Totò Ruggeri e della Segreteria Provinciale dello Scudocrociato.
Ovviamente per tutti l’obiettivo è il ballottaggio, con un posto da contendere al candidato del centrosinistra Stefano Minerva, a Flavio Fasano e al candidato dei Cinque Stelle che presto dovrebbe essere ufficializzato.
Nulla da fare insomma nel centrodestra per l’unica sintesi possibile che avrebbe potuto mettere tutti d’accordo: Rosario Solidoro, stimato medico del Sacro Cuore di Gesù e abbastanza vicino a tutti i contendenti. In un primo momento l’accordo sul noto professionista sembrava sicuro ma poi tutto è saltato: forse alla fine ad alcuni è parso troppo vicino a Vincenzo Barba (e quindi accettare la sua indicazione al posto di quella di Perruccio avrebbe potuto significare piegarsi ai diktat del senatore).
Si va perciò avanti su fronti separati e in guerra tra loro. La campagna elettorale, appena iniziata, certamente riserverà bei colpi. Speriamo non troppo bassi.