Squadra contestata dai tifosi e giocatori “delusi” dai cori dopo il pari tra Lecce e Samp


Condividi su

Lecce-Sampdoria finisce con i cori dei tifosi contro i calciatori che, dispiaciuti o forse offesi, vanno via negli spogliatoi. L’epilogo della sfida salvezza tra salentini e liguri, che finisce con un pareggio per 1 a 1, è davvero triste. Forse non era la partita della vita, o meglio della salvezza, ma è innegabile che le aspettative dei tifosi e le speranze su Lecce-Sampdoria erano alte, altissime.

L’imperativo categorico per i giallorossi, che avevano incassato sei sconfitte consecutive, era vincere, ma al ‘Via del Mare‘, davanti ad un pubblico di oltre ventimila tifosi, gli uomini di Baroni hanno conquistato un punticino che, classifica alla mano, non serve a nessuno.

Per capire la reazione dello stadio dopo il triplice fischio finale bisogna partire dal «tirate fuori le palle» scritto a caratteri cubitali sugli striscioni apparsi in diversi punti della città. Gli attributi Ceesay e compagni li hanno mostrati, almeno nel primo tempo (leggi le pagelle di Lecce – Samp) chiuso con un Lecce padrone del campo e una Samp nulla, quasi assente.

Il gol del gambiano Assan illude, forse la partita gira nel modo giusto. Come dovrebbe essere se si gioca con una squadra che ha già un piede in B e che sembra “arrendersi” davanti al dominio giallorosso. Anche i numeri illudono, quelli dei tiri in porta. Mai così tanti. In fondo non era questo che si chiedeva alla squadra? La stessa disposizione tattica con tre mezze punte dietro al centravanti sembra andare nella direzione indicata dai tifosi.

Il secondo tempo però riporta tutti con i piedi per terra. Intanto quella vecchia volpe di Mister Stankovic ne cambia quattro e l’inerzia del match gira grazie al gol di Jesè Rodriguez, un talento che dopo Real Madrid e Paris Saint Germain si è perso sui campi europei. Proprio al Via del Mare il suo risveglio…Nel Lecce Strefezza calcia fuori, Gallo sbaglia a porta vuota, Di Francesco segna in off-side e il risultato non cambia: gol annullato. I minuti intanto passano e non bastano i 4 di recupero a cambiare il tabellone.

Partita chiusa, un punto per squadra che forse aiuta più i blucerchiati, per rendere meno amara la condanna, che il Lecce. E la curva nord non ci sta, contesta. Fischia, probabilmente ingiustamente, certamente per troppo amore. La reazione chiesta alla squadra c’è stata, ma non è bastata. La prestazione pretesa non è mancata, ma a poche giornate dalla fine servono punti e di punti il Lecce ne fa pochissimi mentre dietro corrono. Certo, il pallone è rotondo, come si suol dire, ma ci sono stati errori che non possono essere ignorati solo perché si è vista in campo una squadra più aggressiva, combattente. Baroni stesso ha ammesso che bisognava chiudere prima la gara.

Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, si è spezzata la catena di sconfitte, ma per chi è pessimista il pareggio è poca roba. Per questo i fischi quando la squadra, come da tradizione, ha salutato la nord non sorprendono. Una telecamera ha immortalato Federico Baschirotto mentre, deluso, diceva “non si fa così”. Un’altra ha ripreso il gesto di Umtiti, contrariato anche lui dalla contestazione. Capitan Hjulmand è rimasto immobile.

Gli stessi tifosi si dividono tra chi approva la contestazione e chi invece ritiene che 5 punti di vantaggio sulla terzultima sono tanta roba. Nelle chat i tifosi si arroccano su queste due posizioni contrastanti.

Di innegabile c’è un trend pesantemente negativo. Quanto al risveglio del gioco rispetto alla ‘calma piatta’ delle precedenti uscite solo le prossime prestazioni potranno dire se è reale o se invece è la classica rondine che non fa primavera. Purtroppo.