Rammarico per altri 2 punti persi, ma questo Lecce è (quasi) perfetto. Liverani: “ho molte certezze”. Ecco chi arriva ora


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Dopo la prima gara del girone di ritorno ora il Lecce non può più nascondersi: questo Lecce è una grande squadra. Personalità, bel gioco e idee chiare. La squadra di Liverani continua ad esprimere un gioco frizzante, organizzato e che, quando accelera, mette davvero paura.

Nella prima sfida del 2019 contro il Benevento, i salentini escono con un solo punto in più in classifica, ma con la consapevolezza di proseguire la rotta giusta. Parte molto bene il Lecce, occupa sin da subito la metà campo avversaria, sfiora il gol per due volte, e tiene a bada le incursioni sannite. Poi Mancosu – che esulta come se fosse il primo gol in carriera – cambia il tabellino, prima che Coda rimetta tutto sui binari pari su un errore difensivo di Lucioni & Co.

Le parole del mister

“Ho visto una partita difficile, contro una squadra costruita per vincere – commenta a caldo mister Fabio Liverani. Abbiamo giocato pressoché sempre nella metà campo del Benevento. Siamo partiti con veemenza, con un paio di occasioni buone. Poi abbiamo poi trovato il gol con merito, concedendo solo qualche mischia e un paio di ripartenze”.

Si dice soddisfatto il tecnico che sul gol incassato chiosa: “il loro gol arriva su una distrazione nostra, perché sia Bovo che Lucioni erano in vantaggio sulla palla. Ma nel complesso dei 90 minuti credo che il Lecce avrebbe meritato i 3 punti. Analogie con la gara d’andata? Non direi: un girone fa eravamo spariti nell’ultima mezzora. Oggi, invece, per 90 minuti non siamo mai stati in balia degli avversari. Dopo questa gara ho molte più certezze”.

Certezze anche nuove perché il campo c’era già Panagiotis Tachtsidis, neo acquisto in casa giallorossa. “Mi aspettavo questa sua personalità – dice – gioca bene con chi gli è accanto, con ordine e, sinceramente, pensavo avesse meno autonomia. Invece ha fatto bene per 65 minuti e questo mi rassicura. Falco è un giocatore che se trova questa continuità in partita diventa devastante: da luglio ha capito che deve avere una condizione fisica importante e sta lavorando molto per questo. Se cresce con impegno diventa fuori categoria. Se, invece, ogni tanto si perde, diventa un giocatore che potrebbe non giocare”.

Lucioni e Mancosu: pilastri

Marco Mancosu (Ph. Pinto)

Menzione a parte la merita Fabio Lucioni. Il baluardo della retroguardia, protagonista della trattativa imbastita con il Sassuolo, alla fine ha deciso di sorprendere tutti e di rimanere in Salento. Ieri è stato uno dei migliori in campo. “Io parlo come allenatore – spiega Liverani. La parte tecnica è solo una componente del calcio, perché poi bisogna fare i conti con le società e con le volontà dei giocatori. Va fatto un plauso alla dirigenza e al ragazzo: ha continuato a credere in questo progetto, e di questo ne va dato atto. Ma discorso analogo potrei farlo per Mancosu: la sua esultanza oggi dice più di tante altre parole”.

Sintomi, tutti questi, di un gruppo sano, che ora cerca solo di essere puntellato nei punti giusti. È indubbio che a questo scacchiere manchino un paio di pedine, dalla cintola in su: serve un centrocampista per rimettere al loro posto i numeri (si attende le ufficialità per le cessioni di Armellino e Arrigoni), mentre serve come il pane un’altra punta centrale, valida alternativa a La Mantia. Nelle prossime ore si cercherà l’intesa definitiva per il giovane Marco Tumminiello (prestito secco dall’Atalanta) e Manuel Pucciarelli (che dovrebbe arrivare a titolo definitivo dal Chievo.

“Il campionato di B è questo – conclude Fabio Liverani. Il Palermo ha la rosa più forte, poi molte altre squadre si stanno potenziando. A parte i rosanero, credo che tutte le altre dovranno giocarsela a suon di prestazioni e continuità: chi troverà la chiave giusta fino a maggio sarà il favorito”.