E’ stato il turno del ’10’ questo pomeriggio sulla pagina Instagram dell’US Lecce. Sui canali social giallorossi ad intervenire, infatti, è stato Filippo Falco, il fantasista di Pulsano, idolo dei tifosi e bandiera dei salentini.
Ritornato lo scorso anno in Salento dopo la lunga trafila nelle Giovanili (e dopo aver girato l’Italia in lungo e in largo), Pippo Falco è uno dei trascinatori del gruppo guidato da mister Liverani. In Serie B, nella passata stagione, è diventato vero e proprio idolo delle folle, con 7 reti in 31 presenze, tutte fondamentali per la cavalcata verso la promozione.
Quest’anno è tornato nella Massima Serie, decisamente più maturo rispetto alla sua prima volta nel 2015 con il Bologna (9 presenze quell’anno). Non ha deluso le aspettative nemmeno stavolta, collezionando fino ad oggi 19 presenze e realizzando 3 reti, le sue prime in A.
Tutto sembrava mettersi nel verso giusto, sia per lui sia per il Lecce, poi il brusco stop del campionato a causa dell’emergenza coronavirus.
“E’ difficile questa situazione anche per noi – confessa Falco – che siamo abituati ad allenamenti quotidiani di squadra e in spazi decisamente aperti. Viviamo un clima surreale: tornare in campo sarà difficile, anche se l’obiettivo di tutti è riprendere quanto prima. E’ chiaro che alla base di tutto dovrà esserci la massima sicurezza, per tutti”.
In attesa di capire se e come si potrà concludere la stagione, Pippo è nella sua Pulsano, nella casa del padre, dove vive l’isolamento pensando sempre al pallone. “Ho a disposizione un piccolo cortile che sfrutto al massimo per allenarmi – dice. Metto in croce anche mio papà per aiutarmi con i palleggi: ma lui mi segue fin da quando sono piccolo, quindi non gli pesa più di tanto. Mi ha sempre spronato, facendomi tenere sempre i piedi per terra: devo tantissimo a lui”.
Deve tanto sì al papà, ma anche alla sua grande voglia di giocare. “Ho sempre sognato di fare del calcio la mia professione – confessa. Ho iniziato a giocare a 4 anni e già la passione era tantissima. Rinunce e sacrifici sono all’ordine del giorno, da sempre. Curo tanto l’alimentazione, ma soprattutto ci vuole sempre tanta costanza e concentrazione: le tentazioni, soprattutto culinarie, sono sempre dietro l’angolo”.
Per Falco quindi un lungo tuffo nel passato. “Ho imparato tanto da tutti gli allenatori, da quelli delle giovanili (cita Beppe Novellino di Pulsano), fino ad oggi. Il mio mito? Quando ho iniziato a seguire il calcio erano i primi anni di Messi che già ammiravo. Quando mi associano a lui sorrido: lui è un extraterrestre, è il più forte di tutti i tempi. Ma ho ammirato anche tanti altri numeri 10: Totti, Del Piero e Fabrizio Miccoli“.

Dalle strade di Pulsano all’opportunità con il Bari, fino all’arrivo al Lecce, nel nell’estate del 2009. Viene aggregato alla prima squadra nella stagione 2010-2011 e il 24 novembre 2010 è convocato per la gara di Coppa Italia contro l’Udinese, durante la quale esordisce subentrando nel corso del secondo tempo. “Avevo il numero 25 – ricorda – giocai 40 minuti e resterà per sempre un’emozione unica“.
Un lungo girovagare sui campi di Serie C e B per lui (con le maglie di Reggina, Juve Stabia, Cesena e Benevento), poi la chance in Serie A con il Bologna. Un anno e mezzo fa è tornato a casa, in Salento. Da quel momento è iniziata una vera e propria scalata: protagonista nella promozione, tassello fondamentale anche quest’anno, fino ad arrivare al suo primo, tanto atteso, gol in A.
“E’ stato uno sballo: mi sembrava di essere sulle nuvole. Il gol è arrivato su punizione, contro il Sassuolo: un gesto tecnico tra i più belli. Ma forse il gol più bello l’ho fatto contro il Torino, col piede destro, da fuori area.
Segnare è sempre un’emozione enorme: l’esultanza corale, con tutto lo stadio, per me è come una droga, che mi ripaga di ogni sforzo. Farlo sotto la Curva Nord, poi, rende tutto ancora più bello. L’esultanza a L è una dedica alla mia ragazza, Liliana: ormai è diventato un tormentone e lo faccio sempre”.
Per lui Lecce non è una città come tutte le altre e la maglia giallorossa non sarà mai come le altre che ha vestito. Tanti i suoi ricordi con questi colori, uno in particolare. “La partita più bella da quando sono qui è stata senza dubbio quella contro il Brescia, lo scorso anno: eravamo convinti che vincendo saremmo andati in Serie A. Lo scorso anno abbiamo fondato tutto sulla forza del gruppo e questo spirito è rimasto. C’è un grande rapporto con tutti, in particolare io con Bleve e Lucioni. Lapadula? E’ un grande giocatore, ma questo lo sanno tutti. Ma è anche un grande uomo, simpatico, intelligente. Con lui parlo tanto, soprattutto prima di ogni partita”.
E poi la Nazionale. A suo di gol e prestazioni, Filippo Falco è un nome che circola negli ambienti di Coverciano e il rinvio di un anno degli Europei potrebbe prospettargli davanti una grande opportunità.
“La Nazionale è il sogno di tutti: spero tanto di vestire la maglia azzurra, ma per farlo devo continuare a lavorare, tanto. In questi anni ho capito che lavorando partita dopo partita, le soddisfazioni arrivano”, conclude.