Falco disegna calcio, ma arroccarsi in difesa non premia: le pagelle di Lecce-Sassuolo

Finisce 2-2 il match contro il Sassuolo: quarto pareggio di fila per il Lecce che resta sulla linea di galleggiamento, ma che manca ancora l’occasione di festeggiare i primi tre punti casalinghi della stagione.

Quarto pareggio consecutivo per il Lecce che nemmeno contro il Sassuolo riesce a conquistare i primi 3 punti casalinghi della stagione. Eppure l’occasione era ghiotta, anche perché il Lecce parte forte con il gol di Lapadula e il raddoppio a fine primo tempo di Pippo Falco direttamente da calcio di punizione. Sul 2-1, però, De Zerbi alza i giri, il Lecce si chiude con cinque difensori in linea e, puntualmente, arriva il pareggio. L’impressione è che come contro la Sampdoria il Lecce abbiamo lasciato per strada altri due punti.

Gabriel, 5.5: il Sassuolo gioca bene in velocità ma, soprattutto nel primo tempo, si presenta poche volte in modo pericoloso davanti a lui. L’unico vero pericolo arriva con Toljan: si presenta a tu-per-tu contro di lui e la palla del pareggio passa sotto le sue gambe. Nel secondo tempo il Sassuolo attacca pericolosamente, ma solo al minuto 85 Berardi trova il 2-2 sfruttando una sua precedente respinta centrale.

Meccariello, 6: sembra essersi conquistato definitivamente la fascia destra. Dalle sue parti fa bello e cattivo tempo: poco insidioso in fase di spinta, molto attento in quella di copertura. Nel secondo tempo, però, Boga diventa una vera spina nel fianco e per lui, a corto di fiato, è difficile resistere.

Lucioni, 6: a gennaio era dato molto vicino al Sassuolo di De Zerbi. Il cuore lo ha convinto a restare in Salento per poterla affrontare in Serie A la squadra emiliana. Quel giorno è arrivato: disputa una gara attenta, la solita delle sue, ma da il 2-2 nasce da un suo rinvio frettoloso e corto che favorisce Berardi.

Rossettini, 6.5: il Sassuolo parte con un possesso palla calamitico e lui dopo 3’ si perde l’inserimento di Defrel che scatta sul filo del fuorigioco e per poco non punisce Gabriel in pallonetto. Si rifà con gli interessi poco dopo, quando lancia alla perfezione Lapadula in occasione dell’1 a 0. Fondamentale la sua esperienza quando la difesa fa fatica a ripartire.

Calderoni, 6.5: dopo il turno di riposo concesso in settimana, torna padrone della corsia mancina. Ara la fascia con continuità, non risparmiandosi mai e prendendole praticamente tutte. Nella ripresa è fondamentale nel recuperare alcuni palloni pericolosi e a ripartire. Ammonito al 59esimo per un fallo su Berardi.

Petriccione, 6.5: con Tachtsidis fermo per squalifica tocca a lui dettare i tempi della manovra. Sta crescendo tanto anche a livello tecnico: sempre meno paura di tentare la giocata più difficile. Riesce spesso a sbrogliare situazioni complicate.

Majer, 6.5: lo sloveno stringe i denti e, dopo una settimana passata in differenziato, ritrova la maglia titolare. I neroverdi comandano nelle battute iniziale e allora è lui a suonare la carica con un gran tiro al 7’ che Consigli respinge in angolo. Poi ci riprova cinque minuti dopo, con lo stesso esito. Ma in generale è il migliore lì in mezzo: lotta su ogni pallone ed è fondamentale anche in supporto a Meccariello in fase di ripiego. Esce nel finale di match.
dal 70’ Riccardi, 5: esordio assoluto per lui in Serie A e forse a tradirlo è l’emozione. Si fa saltare troppo facilmente.

Tabanelli, 5.5: il migliore in campo contro la Samp, stavolta non brilla particolarmente. Qualche buona giocata delle sue, ma nessuno spunto davvero interessante. Si perde in velocità Toljan che, al 35esimo, insacca il pareggio. Poi si arrende per una botta e, poco prima dell’intervallo, Shakhov prende il suo posto.
dal 39’ Shakhov, 5.5: dopo l’ottima prova del “Ferraris” entra in campo solo grazie al forfait fisico di Tabanelli. Si posiziona sulla trequarti ma sbaglia tanto in fase di appoggio: il rischio più grosso lo corre al 67’ quando, dopo aver regalato palla agli ospiti, tocca in area Berardi, ma per l’arbitro non è rigore. Si becca un cartellino giallo pochi minuti dopo.

Mancosu, 6- : il capitano inizia alle spalle delle due punte poi, proprio come mercoledì sera, deve retrocedere sulla linea dei tre di centrocampo per lasciare la trequarti a Shakhov. Il capitano sbaglia qualche appoggio, ma ha sempre grande senso di posizione.

Lapadula, 7.5: rinvigorito dal primo gol in campionato di tre giorni fa, si ripete in casa. Al 18esimo sigla un gol spettacolare, per preparazione e per precisione: sfrutta al meglio il lancio di Rossettini, brucia Romagna e manda in estasi il “Via del Mare”. I gol fanno bene ad ogni attaccante, ma su di lui pare abbiano avuto un effetto ancora migliore: tiene atleticamente finché ne ha, riuscendo a proteggere palla e a far risalire i suoi. Al novantesimo si divora sotto porta il gol del possibile 3-2.

Babacar, senza voto: ballottaggio con Lapa? No, Liverani si gioca la carta delle due punte pure e in campo ci vanno insieme. L’esperimento però dura un quarto d’ora perché il mister lo richiama in panchina per scelta tecnica. Lui chiede spiegazioni: ci pensa Coppola a redarguirlo.
dal 15’ Falco, 7.5: entra un po’ a sorpresa e ci mette più di qualche minuto prima di prendere le giuste misure. La mentalità, però, è sempre quella giusta e a fine primo tempo, forse nel momento meno brillante del Lecce, ha il merito di riportare in vantaggio i giallorossi con una punizione magistrale che si insacca all’incrocio dei pali alla destra di Consigli. Palla al piede è indomabile: il migliore in campo.

Liverani, 6: al terzo impegno in una settimana decide di puntare sulle due punte di peso, lasciando Pippo Falco in panchina. L’idea però regge solo 15 minuti: poi Babacar viene richiamato in panchina. Per fortuna Falco entra bene in campo, con il giusto piglio e con il piede caldo abbastanza per siglare il 2-1. Il Lecce soffre un inizio vivace del Sassuolo, ma senza mai rischiare davvero. Il gol di Lapadula mette i giallorssi in fiducia che a tratti disegnano calcio, bravi anche a reagire dopo il momentaneo pareggio di Toljan. Nel secondo tempo però tanta sofferenza: gli uomini di De Zerbi, sotto di un gol, cambiano registro e spingono soprattutto lungo l’out mancino. Per l’ultima parte di match decide allora di irrobustire la difesa, schierando in campo quattro centrali di difesa contemporaneamente: per logica conseguenza il Lecce non fa altro che prestare il fianco ai neroverdi che alla fine trovano il pari. Inutile il forcing finale: il “Via del Mare” resta ancora a digiuno di vittorie.



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