L'atteso processo con il rito abbreviato per l'evasione dal carcere a carico dell'ormai ex latitante Fabio Perrone soprannominato "Triglietta", non si terrà domattina. La prima udienza si sarebbe dovuta svolgere il 19 aprile, ma in seguito all'accoglimento di una richiesta del legale di Perrone, il gup Carlo Cazzella rinvierà il processo.
La fissazione della prossima data verrà comunicata dal giudice alle "parti" nella giornata di domani. Infatti, l'avvocato Ladislao Massari, già qualche giorno fa, aveva comunicato alla segreteria di avere depositato presso la Corte di Cassazione un'istanza. Motivo di questo "annuncio" presentato con largo anticipo? Bloccare la macchina organizzativa del carcere che prevede un notevole dispiegamento di forze dell'ordine per la traduzione dal penitenziario di Catanzaro, all'aula bunker di Borgo San Nicola.
"Triglietta" risponde dei reati di evasione e detenzione di arma da fuoco. Durante l'udienza di convalida dell'arresto, innanzi al gip Vincenzo Brancato, il 42enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice, in data 11 gennaio, ha poi convalidato l'arresto di Perrone.
Il suo legale ha eccepito su questa decisione del giudice, ritenendo nullo l'atto, poiché la procura generale non avrebbe comunicato nell'immediatezza, l'avvenuto arresto del suo assistito. Il gip aveva anche disposto la misura cautelare del carcere e pochi giorni dopo, l'ex evaso è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Catanzaro. Successivamente, il pubblico ministero Stefania Mininni ha chiesto il giudizio immediato (senza udienza preliminare) per Fabio Perrone, ed il gip ha fissato per il 19 aprile la prima data del processo (poi rinviato per i motivi sopra indicati).
Il 42enne di Trepuzzi fuggì durante un accertamento medico presso il "Vito Fazzi", il 6 novembre 2015, per essere poi riacciuffato il 9 gennaio del nuovo anno, nel paese che gli ha dato i natali. "Triglietta" durante la latitanza, si è avvalso della copertura e dell'aiuto concreto di una vasta rete di fiancheggiatori, tra cui Stefano Renna, 32enne di Trepuzzi, gestore del Barott8. L'uomo è il proprietario dell'appartamento di via 2 giugno dove venne arrestato Perrone all'alba del 9 gennaio 2016. Renna, accusato di favoreggiamento e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, chiederà il patteggiamento innanzi al giudice delle indagini preliminari. Infatti, il suo difensore, l'avvocato Luigi Rella ha "concordato" la pena di 3 anni e 6 mesi con il pubblico ministero Mininni.
Ricordiamo, infine, che il 1 febbraio scorso è arrivata per "Triglietta" la condanna all'ergastolo anche in secondo grado. La Corte d'Assise d'Appello gli ha inflitto la pena del carcere a vita, nel processo celebratosi con il rito abbreviato. Perrone è l'omicida reo-confesso del cittadino montenegrino Fatmir Makovic e l'autore del ferimento del figlio, avvenuto all’interno del bar “Gold” di Trepuzzi. Triglietta fu condannato alla pena dell'ergastolo, dal gup Simona Panzera ed in seguito, egli evase dal carcere proprio mentre scontava la pena inflittagli in primo grado.