
Sin dall’inizio è apparso subito chiaro che Perrone poteva contare su una ramificata rete di copertura che gli ha consentito di sfuggire all’autentico “braccaggio” delle forze dell’ordine per più di due mesi. Dopo la cattura, infatti, diventa questo il terreno di indagine degli inquirenti che stanno scandagliando palmo a palmo le conoscenze che hanno consentito a ‘Triglietta’ di farla franca per quasi 70 giorni in un lenzuolo di territorio racchiuso nella sua città natale: Trepuzzi.
Un criminale pittoresco, Fabio Perrone, in grado di spostarsi anche con una paletta della polizia di stato (non si sa ancora se contraffatta) che, a quanto pare, esibiva sul cruscotto del veicolo che utilizzava, sperando di camuffarsi come un agente in borghese.
Non solo, la disponibilità di quasi cinquemila euro cash, fa pensare che non era privo di amici in grado di mettere a disposizione denaro contante per garantirgli una latitanza, se non dorata, quanto meno tranquilla. Basti pesare al ruolo assunto da Stefano Renna, il proprietario dell’appartamento in cui il latitante è stato ritrovato. Sebbene gli inquirenti pensino che sia un ‘rifugio caldo’, cioè dell’ultima ora, pare che gli sia stato messo a disposizione dall’amico, subito arrestato, che era però sconosciuto alle forze dell’ordine essendo incensurato.
Il suo ruolo dovrà essere chiarito, ma per il momento viene considerato parte di quelle rete di conoscenze che ha garantito la latitanza del pericoloso boss condannato all’ergastolo per l’uccisione di un montenegrino reo di aver detto qualche parola di troppo nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2014.
Come dimostrato al momento della cattura (vedi il video dell'arresto) avvenuta quando le lancette dell’orologio segnavano le 5.45, Perrone non aveva nulla da perdere. E questo lo ha reso ancor più pericoloso. È vero che si è arreso dinanzi agli oltre 40 agenti che avevano fatto irruzione all’interno dell’appartamento, ma è altrettanto vero che, prima di consegnarsi senza battere ciglio, ha comunque tentato di fuggire ancora una volta, esattamente come aveva fatto all’Ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce.
«Perrone cambiava continuamente casa, ma è rimasto sempre nella stessa zona – ha commentato il dirigente della squadra mobile, Sabrina Manzone – la sua cattura è la fine di un incubo. La cosa importante da sottolineare è la rete di persone che lo ha protetto, incensurate e non. Perché nell’immaginario collettivo il tempo passava e Perrone stava diventando quasi un idolo. In tanti lo hanno protetto e questo giustifica la presenza di denaro, di armi e via discorrendo».
Il Questore della Provincia di Lecce, Pierluigi D’Angelo ha espresso il suo plauso ai funzionari della Squadra Mobile che hanno dimostrato tenacia e non comune capacità investigativa.
“La cattura del latitante Perrone, che ha dimostrato la sua pericolosità sia nel momento della fuga che nelle fasi della sua cattura, è il frutto di incessante attività investigativa posta in essere, sin dal primo momento, e senza soluzione di continuità, dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria. Un risultato importante che restituisce sicurezza a tutta la comunità salentina, reso possibile grazie al lavoro sinergico tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza e, soprattutto, della Polizia Penitenziaria, sempre in prima linea con noi sia nella fase del controllo del territorio, che in quella investigativa svolta sotto il coordinamento del Procuratore Distrettuale Dr. Motta.”
I complimenti agli uomini delle forze dell'ordine sono giunti anche dal consigliere regionale Saverio Congedo: ' L’arresto di Fabio Perrone testimonia l’efficacia delle indagini svolte e l’efficienza delle nostre Forze di Polizia e fa giustizia, in tempi ragionevoli, di un episodio che aveva gettato inquietudine e preoccupazione nell’opinione pubblica, scatenando, tra l’altro, non poche polemiche dopo la rocambolesca fuga di Perrone dall’ospedale di Lecce'.
Anche il Sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ha voluto esprimere apprezzamento alle forze di polizia: 'Complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura per il lavoro paziente e capillare che hanno svolto in questi mesi. La cattura di Fabio Perrone è una esemplare risposta di legalità. Su questo fronte il 2016 inizia con una buona notizia'.
Così, invece, il Sen. Dario Stefano: '“Le forze dell’ordine hanno condotto davvero un encomiabile lavoro, sia in questi due mesi di fase investigativa, sia nell’operazione di cattura di questa mattina. La notizia di oggi è sicuramente un gran bel segnale per la sicurezza della nostra comunità. Questo 2016 non poteva iniziare in modo migliore”. E’ il commento del Senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia, alla notizia della cattura all’alba di Fabio Perrone a Trepuzzi, nel Salento'.