Ci sono indagati eccellenti nell’inchiesta “Buste Pulite”, che ha già portato all’arresto di due persone.
In queste ore, oltre la blitz della Gdf presso l’Ufficio Protesi della Asl di Lecce, i finanzieri hanno effettuato altre perquisizioni in vari uffici, per evitare il rischio di inquinamento delle prove.
E nel decreto compaiono sei nominativi, anche se nell’inchiesta sono coinvolte anche altre persone, la cui identità è al momento top secret e vige il massimo riserbo.
Anzitutto, risultano iscritti nel registro degli indagati: Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama, responsabile amministrativa dell’ufficio Assistenza Protesica e Giuseppe Bruno, 57enne residente a Galatina, dipendente nel settore commerciale di un’azienda locale specializzata nella produzione di protesi.
Non solo, anche il politico Fabio Campobasso, 52enne leccese, ex consigliere provinciale e attualmente coordinatore cittadino di “Voce Popolare” e la moglie Monica Franchini, imprenditrice. Sono assistiti dagli avvocati Luigi Covella e Giovanni Gabellone. Non sono stati ancora ascoltati dagli inquirenti.
Sono indagati anche Giovanni Rodia, 46enne, marito di Carmen Genovasi e Pietro Ivan Bonetti, 71enne leccese.
Rispondono a vario titolo e in diversa misura di: corruzione continuata per atti contrari ai doveri di ufficio, per episodi avvenuti fino al 29 aprile scorso. E poi, corruzione, falsa attestazione e falso in atto pubblico in concorso (fino al 10 ottobre scorso). Ed infine, falso ideologico in atto pubblico in concorso fino al 27 febbraio.
Occorre ricordare, che si tratta al momento di ipotesi investigative tutte da verificare.
Nel decreto di sequestro, il pm ricostruisce l’ipotesi accusatoria, sostenendo che vi siano concreti indizi di sussistenza del reato. E in particolare, si legge: “sulla base degli accertamenti svolti emerge come Carmen Genovasi, nella sua qualità di responsabile amministrativo dell’ufficio assistenza protesi a del distretto Asl di Lecce, incaricata delle pratiche di erogazione di apparecchi protesici a carico dell’Asl di Lecce, abbia posto atti contrati al dovere del proprio ufficio, in cambio di denaro e altre utilità concretamente ricevute da Bonetti Pietro Ivan, rappresentante legale di (..) , per la fornitura di supporti protesici di tipo audiometrico da Bruno Giuseppe dipendente della società (…) e da Franchini Monica, dipendente in nero di sanitaria allo stato non identificata, unitamente al coniuge Fabio Campobasso, soggetti – si legge sempre nel decreto – nei confronti dei quali la Genovasi si metteva a disposizione ricevendoli direttamente nel suo studio, predisponendo a loro le pratiche per l’erogazione di supporti protesici, della cui fornitura venivano incaricate le ditte rappresentate dai soggetti indicati”. E conclude il pm, che ciò avveniva “in palese violazione della legge“.
Al vaglio della Procura anche la posizione di alcuni “camici bianchi” in relazione alla prescrizione di determinati dispostivi medici.
Il decreto di perquisizione si è reso necessario per verificare presso uffici e abitazioni, la presenza di eventuali somme di denaro, assegni e documentazione, inerenti a pratiche di autorizzazione all’erogazione di supporti protesici da parte delle suddette ditte.
Gli arresti
Nel primo pomeriggio di lunedì, gli uomini della Guardia di Finanza di Lecce hanno effettuato un blitz presso l’Ufficio Protesi della Asl di Lecce, nell’ex “Vito Fazzi” di piazzetta Bottazzi, come disposto dal sostituto procuratore Roberta Licci.
Sono finiti in manette e condotti in carcere: Carmen Genovasi, 46 anni, responsabile amministrativa dell’ufficio Assistenza Protesica e Giuseppe Bruno, 57enne residente a Galatina, dipendente nel settore commerciale di un’azienda locale specializzata nella produzione di protesi.
Sono stati colti in flagranza di reato durante la consegna di una busta contenente 850 euro in contanti, in cambio di prescrizioni già autorizzate da portare, successivamente, all’incasso all’Asl di Lecce.
Giuseppe Bruno e Carmen Genovasi sono difesi rispettivamente dagli avvocati Carlo Caracuta, Carlo Sariconi e Simona Ciardo e potranno fornire la propria versione dei fatti, durante l’udienza di convalida dell’arresto che si svolgerà domattina, dinanzi al gip Giovanni Gallo.