Molte condanne confermate, ma anche un assoluzione “pesante” e sconti di pena, al termine del processo di Appello “Coltura” sul presunto intreccio Mafia-Politica a Parabita.
Dunque, a poche settimane di distanza, dal pronunciamento del Tar che ha dichiarato illeggittimo, il commissariamento del Comune.
I giudici hanno assolto Pasquale Aluisi, 54 anni, di Parabita, (assistito agli avvocati Mariangela Calò ed Elvia Belmonte), titolare dell’omonima agenzia funebre, condannato in primo grado a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
E poi, come detto sentenza riformata per altri sette imputati. 5 anni ( 7 in primo grado) per Fernando Cataldi, 26 anni, di Collepasso; 6 anni e 4 mesi (10 ) per Cristiano Cera, 25, di Ugento; 6 anni e quattro mesi (8 anni) per Leonardo Donadei, 50, di Parabita; 3 anni e 10 mesi (7 in primo grado) per Antonio Fattizzo, 38, di Parabita; 3 anni e 4 mesi (7) per Antonio Luigi Fattizzo, 20, di Parabita; 11 anni (12) per Giovanni Picciolo, 34, di Collepasso; 10 anni e dieci mesi ( 12 anni) per Mauro Ungaro, 33, di Taurisano.
Confermate, invece, tutte le altre condanne. 20 anni, la pena per Marco Antonio Giannelli, 31 anni di Parabita; 14 anni per Vincenzo Costa, 52, di Matino; 8 anni per Claudio Donadei, 43, di Parabita; 1 anno per Adriano Giannelli, 40, di Parabita; 16 anni per l’albanese Besar Kurtalija, 29 anni, di Parabita; 8 anni per Donato Mercuri, 52, di Parabita; 12 per Fernando Mercuri, 53, di Parabita (per lui abbreviato condizionato); 14 anni per Orazio Mercuri, 46, di Parabita; 8 anni per Cosimo Paglialonga, 61, di Collepasso; 11 anni e otto mesi per Matteo Toma, 37, di Parabita; 1 anno e quattro mesi per Lorenzo Mazzotta (con pena sospesa e non menzione).
Ricordiamo che nell’ottobre del 2016, si è concluso con la condanna a circa 180 anni di carcere, il maxi processo. Il gup Michele Toriello al termine del rito abbreviato, celebratosi nell’Aula Bunker di Borgo San Nicola, ha emesso una sentenza di colpevolezza nei confronti di 19 imputati, disponendo anche due assoluzioni.
L’inchiesta Coltura
La delicata operazione investigativa ” Coltura” condotta dai Ros, avviata nel 2013 grazie anche alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Massimo Donadei, ha permesso di ricostruire il processo di riorganizzazione interna del sodalizio mafioso Giannelli, dunque la reggenza assunta da Marco Antonio, come detto, figlio del boss storico Luigi Giannelli.
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, detenzione illegale di armi, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Luca Laterza, Elvia Belmonte, Mariangela Calò, Luigi e Alberto Corvaglia, Laura Minosi, Gabriella Mastrolia, Gabriele Valentini, Francesco Fasano, Vincenzo e Antonio Venneri, Biagio Palamà, Luigi e Michelangelo Gorgoni, Walter Zappatore, David Alemanno, Luigi Suez, Vincenzo Blandolino, Pietro Ripa, Elisa Seclì, Maria Greco, Francesco Piro, Stefano Palma ed Emanuele Romano.
Invece, il Comune di Parabita si è costituito parte civile con l’avvocato Ester Nemola
Ricordiamo poi che Giuseppe Provenzano, ex vice sindaco di Parabita, si è presentato il 19 settembre del 2016, innanzi ai giudici della prima sezione collegiale per l’inizio del processo. Il 54enne politico salentino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.